CAMBIAMENTO CLIMATICO E DONNE

Donne attiviste

In principio fu Greta, e non Eva questa volta, la pietra dello scandalo.  È stata infatti lei a portare il tema del cambiamento climatico sotto i nostri occhi e nelle piazze di tutto il mondo, riuscendo a coinvolgere migliaia di persone, soprattutto giovani, con i suoi “Fridays for Future.”

In realtà, Greta Thunberg non è stata la prima ad affrontare certe verdi tematiche ma è stata sicuramente la più coinvolgente ed appassionata degli ultimi anni.

Greta Thunberg

Un’altra esponente di grande carisma è Kamala Harris, vicepresidente di Joe Biden, che ha previsto un piano di rientro negli accordi sul clima di Parigi, da cui gli Stati Uniti erano malauguratamente usciti per volere di Trump. Nel suo programma ha inserito anche confronti con le compagnie petrolifere e la creazione di un ufficio per la giustizia ambientale e climatica alla Casa Bianca.

Non dimentichiamo poi le tante attiviste in campo politico presenti in Europa come Tina Bru, ministra dell’Energia in Norvegia, filo-ecologista; Anne Hidalgo, sindaca parigina, già vicesindaco ed assessore all’urbanistica, impegnata nel rendere Parigi sempre più verde; e Ursula von der Leyen prima presidentessa della Commissione Europea che ha dichiarato «Voglio che l’Europa diventi il primo continente a zero emissioni entro il 2050».

Esistono inoltre gruppi di attiviste in tutto il mondo, tra le quali segnaliamo Le Artic Angels.

Sono un network di una trentina di giovani leader da 21 Paesi, organizzate dall’associazione Global Choices con sede in Colorado, tutte determinate a salvare l’Artico e l’Antartide dalle conseguenze del cambiamento climatico. Conseguenze che stanno portando all’innalzamento globale delle temperature ed allo scioglimento dei ghiacciai, con ripercussioni tragiche su tutto il pianeta.

Per proteggere invece l’Amazzonia, polmone del mondo attualmente divorato dagli incendi e dalla deforestazione, esiste dal 2016 l’Alleanza delle Donne Amazzoniche, costituita da donne appartenenti alle 7 etnie indigene che combattono anche contro minacce, persecuzioni, violenze per difendere i territori in cui vivono. Non solo lotta per il clima ma lotta per la sopravvivenza.

Naturalmente, esistono molte attiviste non solo in ambito politico ma in settori come la scienza e la moda.

Samantha Cristoforetti, Astrosamantha, che già nel 2015 lanciava il suo appello per combattere il surriscaldamento globale dalla stazione spaziale e che ha dichiarato “La crisi climatica è grande problema globale, ma felice che ci sia sempre più consapevolezza”

Wangari Maathai, biologa keniota purtroppo scomparsa nel 2011, prima donna africana ad aver ricevuto il Premio Nobel per la Pace nel 2004, grazie «al suo contributo per la causa dello sviluppo sostenibile». 

Gisele Bündchen, super modella edal 2009 ambasciatrice di buona volontà delle Nazioni Unite, grazie al suo impegno per la Foresta amazzonica, nonché fervente sostenitrice di uno stile di vita sano e naturale.

Jane Fonda, icona dell’attivismo in generale, ha manifestato per i diritti delle donne, per la fine della guerra del Vietnam e per la democrazia, si è sempre battuta per cause sociali prima e ambientaliste ora, ha guidato tutte le proteste a Capitol Hill nei quattro mesi di Fire Drill Fridays, venendo anche arrestata cinque volte per dimostrazione illegale.

Donne attiviste

Donne vittime

Purtroppo, le donne non sono solo protagoniste ed attiviste del cambiamento climatico ma sono anche le vittime maggiori degli stravolgimenti che si registrano sulla terra come alluvioni, carestie, incendi. Secondo le stime delle Nazioni Unite, circa l’80 per cento dei cosiddetti «profughi climatici» sono donne

Le donne in tutto il mondo sono le persone che spesso procurano l’acqua, le legna per il fuoco, preparano il cibo e si prendono cura della famiglia, bambini e anziani.

In Africa, a causa della siccità, sono costrette a camminare per lunghi tratti per cercare acqua e cibo e si espongono al rischio di violenze e rapimenti. Le più giovani, inotre, vengono vendute per pochi soldi. E nessuna di loro può dedicarsi all’istruzione e alla formazione, vero elemento di sviluppo di una popolazione.

Ha dichiarato Chiara Soletti, Coordinatrice della Sezione Donne Diritti e Clima di Italian Climate Network. “Che il cambiamento climatico non colpisca allo stesso modo le persone è noto. Donne e uomini percepiscono e sperimentano questo fenomeno in modi diversi a causa delle aspettative culturali verso il loro genere. I ruoli, responsabilità e diritti assegnati alle donne troppo spesso si traducono in una realtà che, nell’affrontare le conseguenze dei cambiamenti climatici, può limitarne le possibilità di sopravvivenza. (…) Per queste ragioni una prospettiva di genere incentrata sul rispetto dei diritti umani è parte fondamentale della soluzione per rendere inclusiva l’azione climatica e trovare soluzioni efficaci che permettano di affrontare collettivamente questo fenomeno senza lasciare nessuno indietro.”

Noi donne comprendiamo con più facilità quanto siano importanti il valore dell’educazione e della connessione tra gli esseri umani; siamo espressione di cura, protezione, accudimento. E la questione climatica ci riguarda da vicino in quanto mamme, figlie, lavoratrici ed abitanti del pianeta. In quanto tali, dobbiamo far sentire la nostra voce e queste donne ci stanno dimostrando che è possibile.

Attiviste italiane digitali

Che siano imprenditrici illuminate, o giovani viaggiatrici o mamme attente al futuro dei loro bambini e a volergli lasciare un mondo migliore, le donne italiane utilizzano anche il web per fare rete, lanciare iniziative e darsi consigli da applicare nel quotidiano.

Il VERDE, quindi, è sempre più ROSA!

Raffaella Caso, deve la sua svolta green alla nascita della sua bambina, Carlotta, nel 2008. Da lì è nato il suo progetto per lasciare alle generazioni future un mondo più pulito e consapevole. Ha creato sito BabyGreen.it che è una vera e propria miniera di idee e consigli per grandi e piccini per cucinare, giocare e vivere in maniera più sostenibile.

Rete Zero Waste è la rete italiana di chi vive (quasi) senza rifiuti, costruita da un gruppo di donne con la passione per l’ecologia, intente a rendere tutti consapevoli del proprio impatto ambientale e a ridurlo. Offrono consigli, organizzano gruppi locali ed informano su pratiche no waste da usare quotidianamente. Il loro motto è «Nessuno vi chiede di essere perfette, ma di essere consapevoli sì».

Federica Gasbarro è l’italiana più vicina a Greta Thunberg. L’unica che è stata invitata dall’Onu allo Youth Climate Summit, a settembre 2019, il raduno internazionale di giovani leader sul clima. È attivista, scrittrice e divulgatrice. Ha scritto “Diario di una Striker”, dove racconta la sua esperienza dei venerdì di sciopero per il pianeta e offre dei semplici consigli, che trovate anche sul suo blog, per salvaguardarlo. Il suo motto è «Trova ciò per cui arde il tuo fuoco e alimentalo».

Camilla Mendini, aka Carotilla è un’attivista ambientale e fashion designer (il suo marchio di abbigliamento è Amorilla), che dal 2016 si muove in questo ambito diventando la prima Green Influencer italiana. Appassionata di slow fashion, economia circolare e zero waste, ha ricevuto per ben due volte il titolo di Top green Influencer, secondo la classifica stilata dall’Osservatorio Alkemy – Il Sole 24 Ore.

Valentina Miozzo, viaggiatrice libera di professione. «Credo che un turismo più etico e sostenibile possa cambiare il mondo». Con questo motto, sul suo blog Viaggiarelibera, dispensa consigli su turismo ecosostenibile, racconta i suoi viaggi e si possono fare anche acquisti dei suoi oggetti preferiti. Recentemente è stata a Kongsfjord, sopra il Circolo Polare Artico, un paesino con solo 28 abitanti.

Quante donne concretamente impegnate nella salvaguardia del nostro pianeta, quante storie ed esempi a cui ispirarsi nel nostro piccolo e nel nostro quotidiano.

Un piccolo consiglio per essere green e alla moda con poco? Portate sempre con voi una borsa in tessuto ripiegabile e riutilizzabile! Save a bag, save the world!

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10 thoughts on “GREEN + PINK IS THE NEW BLACK”

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