Scrivere in questo momento dell’Afghanistan, della situazione internazionale e delle ragioni per cui i cittadini afghani si trovino privati delle proprie libertà individuali è un argomento ambizioso e pretenzioso.
Ciò che è certo è che mala tempora currunt per la libertà e la democrazia in Afghanistan, per le donne e per le bambine in special modo.
Abbiamo tutti negli occhi le immagini delle maestre che salutano per l’ultima volta le bambine a cui non sarà più permesso frequentare la scuola.
Le immagini delle foto delle vetrine oscurate per evitare ripercussioni sulle modelle che hanno posato.
I video all’aeroporto di Kabul del fiume di persone in fuga in cerca di accoglienza.

È in una tragica cornice come questa che vogliamo raccontare la storia di Sahraa Karimi, prima attrice e poi regista afghana, ora rifugiatasi in un luogo sicuro grazie alla collaborazione del Governo Turco, dell’Accademia Slovacca del cinema e della televisione (che l’aveva formata come regista e sceneggiatrice), dell’Ambasciata Slovacca in Iran e del Governo Ucraino.
Il suo video della fuga per le strade di Kabul ci ha convinto della gravità della situazione nei giorni di metà agosto 2021 più di quanto avesse fatto la sua accorata lettera che riportiamo integralmente:

A tutte le comunità del mondo

Vi scrivo con il cuore spezzato e la speranza che possiate unirvi a me nel proteggere la mia bella gente. Nelle ultime settimane hanno preso il controllo di così tante province. Hanno massacrato il nostro popolo, hanno rapito molti bambini, hanno venduto bambine come spose minorenni ai loro uomini, hanno assassinato donne per il loro abbigliamento, hanno torturato e assassinato uno dei nostri amati comici, hanno assassinato uno dei nostri poeti storici, hanno assassinato il capo della cultura e dei media per il governo, hanno assassinato persone affiliate al governo, hanno appeso pubblicamente alcuni dei nostri uomini, hanno sfollato centinaia di migliaia di famiglie…

I media, i governi e le organizzazioni umanitarie mondiali tacciono come se questo “accordo di pace” con i talebani fosse legittimo. Non è mai stato legittimo… Se i talebani hanno preso il sopravvento, vieteranno anche ogni arte… Spoglieranno i diritti delle donne, saremo spinti nell’ombra delle nostre case e delle nostre voci, la nostra espressione sarà soffocata …

Non capisco questo mondo. Non capisco questo silenzio. Io resterò a combattere per il mio Paese, ma da sola non ce la faccio. Ho bisogno di alleati/e. Per favore aiutateci a far sì che questo mondo si ‘preoccupi di quello che ci sta succedendo…

Siate le nostre voci fuori dall’Afghanistan.

Non avremo accesso a internet o a nessuno strumento di comunicazione… Per favore per quanto potete condividere questo fatto con i vostri media e scrivete di noi sui vostri social. Il mondo non dovrebbe voltarci le spalle…aiutateci 

Grazie mille. Apprezzo così tanto il vostro cuore puro e vero.

Chi è Sahraa Karimi

Figlia di genitori afgani, Sahraa Karimi è nata a Teheran, in Iran, nel 1983 e all’età di 17 anni è partita per la Slovacchia, dove è entrata nell’Accademia Slovacca del cinema e della televisione, conseguendo un dottorato nel settore.
E’ stata la prima donna afghana ad ottenere un dottorato in Cinematografia.
La prima a diventare presidente dell’Afghan Film Organization, da quando l’istituzione governativa per il cinema è stata fondata nel 1968.
Nel 2019, quando le è stato aggiudicato l’incarico, era l’unica donna candidata.

La carriera di attrice

Una volta terminata la sua formazione, invece di stabilirsi definitivamente in Europa, torna in Iran, dove appare come attrice in alcuni film persiani (Dokhtaran-e khorshid di Maryam Shahriyar e Khab-e sefid di Hamid Jebeli). Dopo aver partecipato al Bratislava International Film Festival, lascia l’Iran e chiede asilo politico in Slovacchia, ottenendo la cittadinanza. Decide poi di dedicare tutta la sua attenzione alla patria dei suoi genitori, considerandola una delle nazioni più conservatrici del pianeta. Stabilitasi a Kabul, comincia quindi a dirigere film sulla condizione femminile. (fonte MyMovies)

La carriera di regista

Nonostante il ruolo ristretto delle donne nella società afghana, segue una filosofia narrativa che emerge soprattutto in alcuni dei suoi cortometraggi (in totale ne realizza ben trenta, tra fiction e documentari), intrisi di perdita di speranza e di libertà. Veri e propri richiami e omaggi a Nietzsche, Kafka, Camus, Coelho. Esteticamente influenzata dal cinema moderno dell’Europa orientale e dalla tradizione cinematografica sovietica, riceve numerosi premi per tre sue opere in particolare: i due mediometraggi Afganske zeny za volantom (2009) e Parlika (2016) e il lungometraggio Hava, Maryam, Ayesha (2019). Quest’ultimo partecipa alla 76° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, nella sezione Orizzonti, portando la storia di tre donne afghane di diversa estrazione sociale in relazione con rispettive gravidanze, selezionato come voce afgana per il miglior film internazionale al 92esimo Academy Awards.

78esima Mostra del Cinema di Venezia

Sahraa Karimi sarà presente a Venezia 2021. A lei è dedicato un premio speciale al coraggio per aver aperto la strada al cinema femminile, sfidando la cultura dominante e le violenze talebane. Sarà assegnato dal Codacons e quest’anno ospiterà la stessa regista per testimoniare la forza delle donne in un momento così buio della storia afghana.
Il suo intervento inoltre è atteso il 4 Settembre 2021 al panel sulla situazione dei registi cinematografici e in generale degli artisti afghani. I temi affrontati saranno:

  • la drammatica situazione dei registi e, in generale, degli artisti Afghani
  • l’esigenza della creazione di corridoi umanitari
  • la garanzia della concessione di status di rifugiati politici, oltre che la preoccupazione per il loro futuro
  • la necessità di provvedere alla loro sistemazione una volta giunti in Europa.

La tragica condizione delle donne afghane, condannate a vedere calpestati i loro diritti, a vedere frantumati i progressi compiuti nel percorso dell’emancipazione, ad essere ridotte al silenzio e alla sottomissione in un Paese dominato dall’oscurantismo e dal fanatismo del regime talebano, non può rimanere inascoltata.
Sul profilo Instagram di ExtraWonders abbiamo raccolto i migliori account per rimanere informati sulla situazione in Afghanistan (qui il link alle storie in evidenza).

Continuare a rimanere informati condividendo con amici e parenti le notizie più recenti, esprimere la nostra preoccupazione ai nostri rappresentanti politici, supportare le organizzazioni che offrono programmi umanitari di educazione e di sviluppo per le donne in Afghanistan sono le uniche cose che da liberi cittadini possiamo e dobbiamo fare.

E noi continueremo a farlo.


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