Ho quasi sempre viaggiato nel sud del mondo. Amo il caldo, la cultura e la gente di questa parte del globo, ma dopo quasi due anni di blocco dovuto alla pandemia, pur di viaggiare ancora una volta, ho scelto di andare a nord, oltre il circolo polare artico. Già che c’ero ho esagerato!

Skjervoy

Punto base per le escursioni nell’artico norvegese è stato Skjervoy, villaggio di tremila abitanti della contea di Troms. Lo raggiungiamo affrontando un lungo viaggio che con tre voli ci porta a Tromso e poi con quattro ore di traghetto a destinazione.

Man mano ci avviciniamo alla meta il freddo si fa più intenso e il paesaggio sempre più bianco, ma mentre siamo ancora in navigazione sul traghetto veniamo accolti da un assaggio dello spettacolo che nei prossimi giorni avrò modo di vedere varie volte: l’aurora boreale. Infatti mentre siamo sulla nave, un po’ assonnati e stanchi, qualcuno la avvista e così corriamo tutti all’aperto per vedere la magia di queste strisce verdi e biancastre formarsi e spostarsi nel cielo creando forme incredibili. Ce ne stiamo lì a guardare nonostante il freddo intenso, affascinati e rapiti fino a quando non si vede più nulla. Beh direi che cominciamo bene!

Mentre verso le dieci di sera attracchiamo al molo ci appaiono nella notte le luci del paesino di Skjervoy adagiato sulla costa del fiordo innevata; casine di legno come quelle che si disegnano da bambini, con le finestre illuminate dalle decorazioni natalizie. Il paesaggio si preannuncia splendido, ce lo godremo meglio domani con la luce, quella poca che ci sarà.

Trekking

Quando ci svegliamo, verso le otto, una striscia di alba illumina il fiordo, ma è ancora buio e lo sarà fino verso le 9.30 quando la luce fa finalmente emergere dalla notte le colline dietro al paese. Ben coperti e muniti di ramponi   partiamo per l’esplorazione della zona attorno al villaggio. Lo attraversiamo e saliamo sulla collina che lo cinge.

Camminiamo nei boschi innevati fino a raggiungere l’altro ramo del fiordo da dove si gode uno splendido panorama illuminato da una luce tenue che dà ai contorni una colorazione rosata. Il sole non sale mai e la luce rimane sempre così pallida. Restiamo un po’ ad ammirare la bellezza di questo luogo, poi percorriamo un altro tratto di bosco per rientrare  in albergo verso l’una quando il sole comincia a calare e le quattro ore giornaliere di luce finiscono.

Il resto della giornata trascorre tra passeggiate in paese tra le splendide casette ricche di addobbi natalizi alle finestre e briefing con il biologo del wwf che ci accompagna nel viaggio raccontandoci, con un entusiasmo contagioso, tutto sulle orche e sulla fauna del posto.

Aurora boreale

Ogni sera della settimana che trascorro a Skjervoy viene dedicata all’osservazione dell’aurora boreale che fortunatamente non ci delude, ma si mostra in tutta la sua bellezza tutti i giorni, permettendoci di ammirarla più volte. Il fenomeno è dovuto a particelle elettriche che arrivando dal sole colpiscono la ionosfera terrestre. Quando il fenomeno elettrico si esaurisce, l’energia prodotta dagli elettroni si trasforma in luce visibile. Quella che in inglese si chiama “northern lights” ossia luci del nord, è un fenomeno che si può ammirare solo nelle zone più vicine ai poli perché lì c’è una minore protezione magnetica.

Al di là delle spiegazioni scientifiche lo spettacolo  che ci appare davanti agli occhi ha qualcosa di magico come pensavano gli antichi abitanti dei luoghi. Si potrebbe stare per ore a guardare queste lingue verdi che spuntano improvvisamente da dietro le colline e si spostano, in genere da est verso ovest, formando giochi di luce nel cielo.

“A tutti è dovuto il mattino, ad alcuni la notte. A solo pochi eletti la luce dell’aurora.“ — Emily Dickinson

E la magia è anche il cercare di fotografarla, perché senza le impostazioni giuste l’aurora potrebbe non vedersi per nulla nelle foto! E infatte le prime che faccio sono assolutamente nere! Ci vogliono un po’ di tentativi per trovare la modalità giusta. Se volete saperne di più sul fenomeno https://www.tuttogreen.it/aurora-boreale/

Orche

Uno degli obiettivi del viaggio è l’osservazione dell’orca che in questo periodo si trova in questi fiordi  in occasione della migrazione delle aringhe di cui si cibano orche, megattere e balenottere comuni.

Preparazione

Per vederle il più possibile in modo ravvicinato si deve uscire in mare con piccoli gommoni che permettono di avvicinarle. Naturalmente andare in mare con questo freddo (sulla terraferma da -8 a -12 figuriamoci in acqua!) necessita di una particolare vestizione, così ci vuole una buona mezz’ora prima di essere pronti all’imbarco.

Mi sento un “omino Michelin” con maglia termica, due maglioni, giacca a vento e sopra un tutone impermeabile intero per proteggersi dall’acqua! Per fortuna il molo è vicino e non si deve camminare molto perché cammino come gli astronauti sulla luna. I gommoni sono accessoriati con due file di sedili su cui dobbiamo sederci a cavallo (impresa non semplice con tutta questa roba addosso) e trovarci praticamente incastrati tra lo schienale davanti e quello dietro. Se non altro non rischio di cadere in acqua!

E si parte!  Subito l’aria gelida ci sferza le parti scoperte del viso e gli spruzzi d’acqua si gelano all’istante sul corpo e sulla faccia. Usciamo dal porticciolo e avanziamo a massima velocità sotto la luce del sole che non si vede mai. Il mare artico si fonde con il fiordo innevato in un paesaggio da favola.

“Dopo l’istante magico in cui i miei occhi si sono aperti nel mare, non mi è stato più possibile vedere, pensare, vivere come prima.” (Jacques Cousteau)

Avvistamento

Poi all’improvviso il comandante urla “orche a ore tre” e sulla destra si intravede la prima pinna, dritta e nera: è un maschio. Rallentiamo e dopo poco ecco le prime orche affiorare dall’acqua. Le orche femmine sono lunghe dai 3,5 metri ai circa 7 metri. I maschi adulti possono raggiungere i 9 metri.

In breve un gruppo di orche comincia a uscire parzialmente  fuori dall’acqua saltando quasi in sincrono. Ci sono anche dei piccoli. Siamo veramente emozionati mentre le guardiamo muoversi tra le onde. La natura regala veramente spettacoli incredibili e qui, in questa cornice, ci lascia a bocca aperta. Tentiamo di fotografare e filmare mentre ci si congelano le mani e il gommone oscilla parecchio, poi si riparte per cercarne altre.

Trascorriamo tre ore in mare ogni mattina di questa settimana incredibile, e vediamo gruppi di orche e anche alcune megattere, abituandoci piano piano al freddo. Affrontiamo anche giornate di mare piuttosto mosso che ci regala secchiate d’acqua addosso tanto da scendere dal gommone con uno strato di ghiaccio che ci ricopre. Ma ne è veramente valsa la pena!

Qualche informazione

Ho imparato molto su questi animali che hanno avuto una cattiva fama a causa di un film degli anni ’70, “L’orca assassina”, ma che in realtà non attaccano assolutamente l’uomo.

L’orca vive normalmente in gruppi matriarcali, chiamati ‘pod’, composti dalla femmina, i suoi piccoli, alcune femmine più anziane e un maschio adulto. Tutti i componenti del nucleo familiare comunicano tra loro attraverso suoni di vario genere sviluppando un proprio linguaggio distintivo dagli altri gruppi.

Sono animali estremamente intelligenti con  un sistema di comunicazione complesso, che permette di stare in gruppi coesi, di relazionarsi socialmente e cacciare con attacchi coordinati .

Ma anche le orche sono minacciate. Alcuni pescatori le vedono  come competitori che contribuiscono alla riduzione delle risorse ittiche e uccidono intenzionalmente le orche quando ne hanno l’occasione. Poi la trasformazione degli ecosistemi marini a c ausa del cambiamento climatico, l’inquinamento dovuto alla presenza di plastiche e lo sversamento accidentale di petrolio, rappresenta una grave minaccia per questa specie. (https://www.viaggipersub.it/biologia-marina/orca-marina/)

Rientro

La settimana è praticamente volata tra uscite in mare, camminate sulla terraferma e avvistamenti notturni dell’aurora boreale. E’ stato un viaggio per me nuovo e veramente interessante. Il contatto stretto con la natura in ambienti incontaminati come questo ha un effetto rigenerante e purificante.

Così pieni di immagini di orche e di giochi verdi nel cielo riprendiamo il traghetto che durante il percorso ci regala ancora un’ultima aurora boreale quasi volesse salutarci!!

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