Di streghe moderne

Persepolis, il graphic novel in cui l’autrice iraniana Marjane Satrapi racconta la sua crescita sullo sfondo di una Persia che cambia, è uscito per la prima volta tra il 2000 e il 2003, accendendo i riflettori su un Paese ricco di contraddizioni e contrasti, raccontato con gli occhi di una persona che lo conosce dall’interno, ci ha vissuto e, in fondo, continua ad amarlo da lontano.

Lo avevo già letto tempo fa, così come avevo visto il film animato che ne è stato tratto nel 2007 eppure, lo scorso autunno, ho sentito prepotente l’esigenza di riprenderlo in mano dopo anni, proprio mentre in Iran infuriavano le lotte per i diritti civili negati.
Mentre seguivo le sanguinose vicende iraniane, al sicuro in un Paese che mi garantisce di poter essere ed esprimere me stessa, ho voluto cercare di comprendere ancora meglio il punto di vista di chi vive in Iran attraverso la lettura di Persepolis: ho riscoperto un volume ancora incredibilmente attuale, in grado di comunicare, con semplicità e profondità allo stesso tempo, le infinite sfaccettature di una società in cerca del proprio equilibrio.

L’autrice

Marjane Satrapi nasce a Teheran nel 1969 in una famiglia dagli ideali liberali ed egualitari. Il periodo in cui cresce e il pensiero familiare fanno sì che viva in prima persona l’enorme portata della rivoluzione che trasforma l’allora Persia da monarchia filo-occidentale a repubblica islamica, con una sempre più accentuata imposizione di rigide regole di stampo religioso e una progressiva limitazione delle libertà personali.

All’inizio degli anni Ottanta, quando Marjane ha solo 14 anni, i genitori, preoccupati dalla situazione iraniana, decidono di mandarla a studiare in Europa, a Vienna.
Sarà un periodo difficile per la ragazza, catapultata in un mondo nuovo in cui fatica ad inserirsi, così Marjane tornerà in Iran per il periodo universitario.
La situazione nel Paese, tuttavia, soprattutto per le donne, si fa sempre più asfissiante e la giovane parte nuovamente all’età di 25 anni: la destinazione, stavolta, è Parigi e, da allora, Marjane non farà mai più ritorno in Iran.
Però continuerà a parlarne: l’infanzia, il complesso periodo europeo durante l’adolescenza e il doloroso ritorno in patria fino al definitivo addio vengono da lei stessa raccontati in Persepolis, che diventa immediatamente un incredibile successo editoriale.

Persepolis resta il suo titolo più conosciuto, anche grazie al film animato prodotto nel 2007 che ha contribuito a diffondere l’opera letteraria presso un pubblico più ampio ma tra i lavori di Marjane Satrapi merita di essere ricordato anche Pollo alle prugne, intenso racconto d’amore trasposto in pellicola live action nel 2011.
Proprio a giugno 2023, in Italia, è in uscita per Rizzoli Lizard Favole Persiane, in cui l’autrice ripropone 43 tra le antiche narrazioni della tradizione iraniana.
Lo scorso gennaio, inoltre, Marjane Satrapi è stata in Italia per inaugurare l’anno accademico dell’Università di Bologna.

Scrivere Persepolis è stato molto importante per me. Credo che non si possa giudicare una nazione intera per gli errori di pochi estremisti. E non voglio che vengano dimenticati tutti quegli iraniani che hanno perso la vita in prigione per difendere la libertà, coloro che sono morti nella guerra contro l’Iraq, che hanno subito la repressione dei diversi regimi, che sono stati costretti a lasciare le loro famiglie e fuggire dal loro Paese. Si può perdonare ma si deve dimenticare“.

Così recita il segnapagina nell’edizione italiana di Persepolis e trovo che non ci possa essere descrizione migliore dell’opera di queste parole dell’autrice stessa.
Marjane Satrapi ha messo a nudo la propria esperienza di vita nel volume ma ha saputo dare voce ad un Paese intero e alle sue apparentemente insanabili ferite.

Ve lo dico subito: Persepolis non è una lettura facile, anzi. È una lettura da magone continuo perché racconta una storia dolorosa, cruda e disperata. E tuttavia è una lettura necessaria, tanto più nel momento storico attuale. Fa male constatare come, nonostante siano passati anni, la situazione iraniana sia tutt’altro che ad un punto di equilibrio. Marjane Satrapi, con la sua esperienza e il suo lavoro, ci fornisce un punto di vista interno di assoluto valore, che stringe in un abbraccio tutte le iraniane e gli iraniani che oggi lottano e pagano un carissimo prezzo per affermare i propri diritti.

Non posso che invitarvi a scoprire questa autrice e le sue opere, che fanno da perfetto punto di congiunzione tra tradizione e modernità, storia antica e tempi attuali in un connubio di intensità e ironia.

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6 thoughts on “Marjane Satrapi – Cantrice d’Iran e delle sue sfumature”

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