Ad un soffio dal 25 Aprile, parliamo del libro “La Resistenza delle donne” di Benedetta Tobagi, uscito per Einaudi nel 2022 e vincitore del sessantunesimo Premio Campiello.

“Un inedito album di famiglia della Repubblica” in cui l’autrice ricostruisce in modo puntuale ed appassionato il ruolo che hanno avuto le donne nel percorso che ha portato alla Liberazione.

La specificità della Resistenza delle donne, infatti, è stata quella di aver unito più istanze: non sono quelle storiche, sociali e culturali, ma anche quelle più propriamente di genere.

La lotta di liberazione ha rappresentato, per le donne, la rivendicazione delle prevaricazioni subite in famiglia, nella società ed in ogni altro aspetto della loro vita, oltre al desiderio di libertà.

“All’esperienza e alla presa di coscienza dell’ingiustizia, della miseria e dello sfruttamento che muove tante antifasciste della prima ora si mescolano, talvolta, inquietudini e malesseri preesistenti, che nella rottura radicale della Resistenza trovano finalmente uno sbocco. (…) La grande guerra di Liberazione s’intreccia così con una miriade di minuscole – ma per loro gigantesche – lotte di liberazione personale (dai limiti imposti dalla famiglia, dalle condizioni sociali, dall’essere donna, dai propri demoni personali) che, tutte insieme, danno vita a una grande, inedita guerra di liberazione delle donne”.

La Resistenza delle donne, pp. 63-65

STRUTTURA DEL LIBRO E STILE NARRATIVO

Questo libro racconta molte forme di Resistenza, come effettivamente furono anche nella realtà: dal maternage, al delicatissimo ruolo della Staffetta (spesso rievocato in modo semplicistico), alla lotta armata vera e propria, al pensiero libertario e politico a sostegno di ogni azione partigiana; sono stati molti i modi in cui le donne hanno fatto la Liberazione. Ognuno di questi diversi, e spesso non univoci, approcci viene qui raccontato e fatto brillare dall’autrice, che ha contribuito a ridare dignità a queste figure.

Il libro è corredato inoltre da un corpus di fotografie e documenti tratti dagli archivi storici che rendono la narrazione più intensa. Le immagini accrescono l’emozione alle parole, rendono vivida la scrittura.

Lo stile del libro è quasi narrativo, Tobagi rende la lettura scorrevole ed appassionante, mai noiosa.

AVVENTURA O STORIA?

Mi stupisco sempre quando, leggendo delle donne e degli uomini della Resistenza, ad un certo punto la storia sembra trasformarsi in romanzo di avventura; ricordare, appena la coscienza riaffiora, che sto leggendo qualcosa di realmente accaduto, mi ricorda ogni volta la straordinarietà di questa esperienza. Ma le partigiane ed i partigiani che rievocano quei mesi rifuggono da sempre i riferimenti “eroici” al loro vissuto. Per fortuna, aggiungerei, perché altrimenti saremmo legittimati a non fare la nostra parte dall’impossibilità di eguagliare queste donne e uomini dall’incredibile tempra.

“Una nuvola non decide di sciogliersi in pioggia, di perdersi in cielo, di farsi tempesta. Accade e basta. Tante di loro la vivono proprio così: così la raccontano, decenni dopo, stringendosi nelle spalle, ansiose di tornare nell’ombra delle case o delle officine: – È stata una cosa naturale. Ho fatto quello che c’era da fare- “.

La Resistenza delle donne, p.8

LA LOTTA NON È FINITA

La strada dei diritti delle donne non si è conclusa con la Liberazione; anche una volta terminata la guerra, a libertà teoricamente riconquistata, molte partigiane sono state costrette ad abbandonare il ruolo che si erano faticosamente guadagnate, alcune per “decoro”, altre per lasciare spazio ai loro stessi compagni di lotta di sesso maschile.

“Per quanto minoritarie, irrise, osteggiate, incomprese, le donne della Resistenza non spariscono mai del tutto dalla scena. Nella guerra partigiana avevano conquistato a caro prezzo il diritto ad avere una voce pubblica. Tra le immagini più potenti e simboliche della Liberazione, infatti, ci sono proprio le fotografie di alcune di loro chiamate sul palco a parlare (…) Quando trovi la tua voce, finalmente, come puoi rinunciarci? Se tocca farlo, il rimpianto è feroce”

La Resistenza delle donne, p.313-315

Grazie a questo libro abbiamo la possibilità di conoscere anche questo aspetto della storia spesso taciuto o minimizzato, per renderlo ancora più manifesto ed interiorizzarlo.

Benedetta Tobagi, infatti, anche nelle pagine più dolorose e crude lascia al lettore ed alla lettrice un senso di forte speranza nel presente. Abbiamo la possibilità e gli strumenti culturali per scegliere chi sono le nostre antenate; i valori dell’antifascismo, che possono essere estranei alla nostra formazione familiare, fanno parte del nostro patrimonio genetico. Possiamo scegliere chi vogliamo essere, e l’autrice ci invita a farlo anche in assenza di un legame di sangue (grazie alle battaglie di molt*, tra cui anche di Michela Murgia, siamo consapevoli che il legame di anima va ben oltre l’albero genealogico e la linea temporale). Tobagi ci invita ad eleggere le Partigiane e le donne della Resistenza come nostre madri, sorelle, ed alleate, a guardare a queste donne, straordinarie nell’ordinario, come modelli modelli spirituali a cui ispirare il nostro agire.

“ Possiamo prendere la rincorsa dal passato per spiccare il volo. Eleggere i nostri antenati – e antenate- spirituali tra coloro che possono aiutarci a dirigere meglio i nostri passi. Ancora una volta, liberazione dentro la Liberazione, dentro l’anima e nel mondo: la cifra della Resistenza delle donne”.

La Resistenza delle donne, p.339

Perchè la Liberazione non può essere se non è di tutte e di tutti.

Buon 25 Aprile.

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