I nomi più famosi delle donne rivoluzionarie e una stilista che non ti aspetti
Ci sono nomi che sono sulla bocca di tutti: Coco Chanel, Elsa Schiaparelli, Miuccia Prada, Vivienne Westwood e Francesca Anna Sulis.
Tutte le citiamo, tutte ne parliamo, tutte ne conosciamo magari le frasi più famose.
Ma perchè sono diventate così famose?
Cos’hanno fatto di così veramente rivoluzionario?
Questo è l’articolo che devi leggere per parlare di storia della moda durante una cena tra amici e non fare brutte figure 😉
Coco Chanel e la rivoluzione femminile
La più famosa, la più citata. Impossibile non parlare di lei nella storia della moda: Coco Chanel rappresenta l’anticonformismo per eccellenza. Ha rivoluzionato il concetto di eleganza femminile, ridisegnando davvero la moda dell’epoca e dando agli abiti femminili un nuovo uso.
A fine ‘800 infatti le donne indossavano ancora gonne lunghe, corsetti, bustini e sottane cerchiate.
Gabrielle Bonheur Chanel accorcia le gonne, inventa la giacca, crea una borsa traendo ispirazione dalle giacche che gli stallieri indossavano agli ippodromi, la borsa matelassé.
Ma l’abito che cambierà per sempre il corso della storia è certamente le Petite Robe Noir, il tubino nero che ancora oggi è considerato il capo d’abbigliamento che ogni donna dovrebbe avere nel proprio armadio.
Conservatrice, omofoba e con un intenso odio verso gli ebrei, Coco Chanel collaborò con i servizi segreti tedeschi all’occupazione della Francia durante la Seconda Guerra Mondiale e si trasferì in Svizzera per evitare ritorsioni. Il suo atelier rimase chiuso per tutta la durata della Grande Guerra perché “non era tempo per la moda”.
La sua eleganza e il suo stile attraversano i secoli e rappresentano ancora l’emblema della femminilità attraverso le diverse epoche e mode del momento.
Elsa Schiaparelli
“Geniale pioniera della moda, fu fonte di ispirazione per molti stilisti contemporanei. Elsa Schiaparelli ha inventato un nuovo concetto di moda. Provocare il pubblico, ma al contempo far convivere eccentricità e funzionalità, senza mai dimenticare il ruolo importantissimo legato all’estetica, alla bellezza, all’armonia, soprattutto al colore”.
Emma Baxter-Wright, biografa di Elsa Schiaparelli
Se Coco Chanel rappresentava, intorno agli anni ’30, il rigore, la semplicità, l’austerità quasi monacale, Elsa Schiaparelli quasi contemporanea era l’esuberanza; il colore, quasi una necessità assoluta, era un suo marchio di fabbrica. Colori dalle sfumature particolari, come il blu pervinca o lavanda, il verde lattuga, l’arancio. Ma ciò che sicuramente ha rivoluzionato il mondo della moda è stata l’invenzione del rosa shocking, il famoso rosa schiaparelli.
Proprio così, nessuno prima di lei usava questa sfumatura di rosa, così audace, così provocatoria, così esuberante.
Lanciato nel 1937 insieme al profumo Shocking!, lo usò in diverse collezioni insieme a pon pon metallici, piume di gallina faraona montate su ‘boules’ di taffetas giallo, ma anche collier a forma di aspirine e i famosi wrap dress, comodissimi per andare in bicicletta.
“Cercavo di far sembrare le donne slanciate ed eleganti, affinchè potessero affrontare il nuovo stile di vita. Non capii subito che l’eleganza, così come l’avevamo conosciuta prima della guerra era morta”.
Elsa Schiaparelli, “Shocking Life”
Miuccia Prada
Le origini del marchio Prada partono dal lontano 1913 quando Mario Prada, artigiano milanese del lusso, apre un negozio in Galleria Vittorio Emanuele II di Milano.
Innovatore nel campo degli articoli da viaggio, degli accessori e dei beni di lusso, Prada utilizza per i suoi prodotti, materiali raffinatissimi, manifatture di prima qualità e design all’avanguardia.
Ma quando la nipote, Miuccia Prada, nel 1978 entra a far parte dell’azienda di famiglia, insieme al socio e marito Patrizio Bertelli, in vent’anni, la trasforma in un Gruppo mondiale nel settore dei beni di lusso targato Made in Italy divenendo concorrente di marchi come Louis Vuitton, Chanel, Hermès, Gucci.
Nei primi anni Ottanta introducono in Italia le prime borse in nylon brevettato in USA, con effetto seta e usato originariamente per i paracaduti militari. Le borse sono identificate dall’iconico logo: un triangolo rovesciato in metallo ispirato alla chiusura dei bauli di Mario Prada e che diventano subito oggetti di culto.
Ma la vera rivoluzione avviene nel 1988 con il salto nell’abbigliamento femminile. Miuccia Prada è una ragazza borghese e schiva che calca il palcoscenico d’elezione della moda a New York. “Gira a gambe nude anche a 10 gradi sotto zero o porta i calzini di lana con i sandali, posa una seconda lunga gonna di chiffon sopra il ruvido tweed, lei che inventa le giacche a vento da sera” (da MAM-E, Estetica Metropolitana). Gli anni ’90 rappresentano il grande boom aziendale: nasce il marchio indipendente Miu Miu, iniziano le grandi acquisizioni compresi marchi come Fendi e Gucci.
Da una piccola valigeria di lusso milanese ai tappeti rossi del mondo, Miuccia Prada ha rappresentato intuizioni creative geniali e strategie aziendali sempre vincenti.
E pensare che è iniziato tutto da una borsa di nylon.
Vivienne Westwood
Vivienne Westwood ha infranto valori e tabù, è stata punk e bohemien, dark e flamboyant.
«L’ortodossia è la tomba dell’intelligenza», e lei ortodossa non lo è mai stata.
La sua non è “solo” moda, è una battaglia continua e indefessa contro l’ovvio, la noia e la banalità. Nelle sue collezioni confluiscono storia, arte, politica e ambiente, trasformando la sartorialità in un racconto, in una performance narrativa che travalica generi e media.
Il suo debutto in passerella avviene nel 1981, ha 40 anni e una lunga esperienza nel settore sartoriale alle spalle e nel 1983 collabora con Keith Haring. Libera finalmente le spalle delle donne costrette negli anni ’80 in spalline sempre più alte, sempre più piene.
Si fa ispirare da William Hogarth e William Blake, avvolge modelle e modelle in capi di tartan, tweed, stoffe scozzesi e irlandesi, lasciandosi suggestionare poi dall’antica Grecia e dal Rococò francese.
Con le sue creazioni attinge al passato, ma il suo sguardo è sempre rivolto al futuro, sia nella cratività, nella poetica e nell’etica del prodotto. Il suo è un impegno costante e coerente: sostiene attivamente la campagna Save The Arctic di Greenpeace per interrompere le trivellazioni nell’Artico, ha creato t-shirt con Marie Claire e People Tree per raccogliere fondi destinati alle tribù della foresta pluviale.
«La rivoluzione climatica è punk. Il punk vive! Stesso atteggiamento, ma con idee più sviluppate, più solide e spero più efficaci nel cambiare la Terra di quanto non siano state in passato».
Da ArtsLife, Vivienne Westwood, rivoluzionaria della moda ed eco-guerriera
Francesca Sanna Sulis
Nel Sud della Sardegna, a cavallo tra il 700 e l’800, in un piccolo paese nasce l’imprenditrice, la stilista e la creativa che non ti aspetti: Francesca Anna Sulis.
Di famiglia benestante e prestigiosa, vissuta nel Settecento, colpì i contemporanei per la vivacità delle idee e la capacità di dare concretezza a progetti importanti per l’epoca. Non si trattò di una donna semplicemente abile negli affari, capace di stare al passo con gli uomini nello stesso settore, quello della coltivazione del gelso e della produzione di ottima seta da esportare, bensì di una donna libera di esprimersi, mai sottoposta a prevaricazioni in quanto sia il padre che il marito, uomini di mentalità aperta, la supportarono sempre. Creò corsi di formazione sartoriale per le giovani operaie e fondò scuole per dare una speranza ai più poveri. La sua seta (prodotta e filata in Sardegna dalle sue operaie) e le sue creazioni arrivarono a vestire l’imperatrice Caterina di Russia passando per i Savoia e illuminando definitivamente il suo tempo e la sua isola.
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