Gli ambienti naturali estremi, come possono esserlo i canyon, sono incredibilmente affascinanti e allo stesso tempo richiedono un grandissimo impegno per essere visitati senza rischi. Tanti di noi sognano per sempre di calarsi in una grotta inesplorata o esplorare un canyon impervio, altri ne fanno addirittura il proprio lavoro: Claudia Magnani non solo ha seguito questa strada ma ha frantumato i tabù, diventando la prima donna a completare il percorso professionalizzante AIGC per diventare Guida Canyon e Maestra di Torrentismo.

-Ciao, Claudia e grazie per aver accettato di raccontarci un po’ di te. Direi di cominciare dalle basi: di cosa ti occupi?

Ciao, innanzi tutto voglio ringraziarvi per avermi dato la possibilità di farlo. 
Sono Claudia Magnani Guida Canyon – Maestra di Torrentismo AIGC (Associazione Italiana Guide canyon).
In sostanza accompagno le persone a scoprire la parte più nascosta della nostra bellissima natura,  ovvero in canyon più o meno difficili a seconda delle esigenze delle persone che mi contattano. 

-Com’è nata la passione alla base del tuo lavoro di oggi?

È nata per puro caso, come credo nascano tutte le passioni. Dal primo momento in cui ho messo piede in torrente (canyon) ho subito capito che quest’attività avrebbe fatto parte della mia vita. 
Diciamo che in più ho avuta la fortuna di incontrare le persone giuste che mi hanno fatto amare in maniera incondizionata questa attività. 

Questo è un lavoro bellissimo ma è un lavoro molto duro. Se non c’è passione non vale nemmeno la pena di iniziare.

-Quale percorso hai seguito per formarti e trasformare una passione in una professione vera e propria?

Dal mio primo giorno come beginner, il percorso è stato lungo. Mi sono creata tanta esperienza in canyons di diverse difficoltà in tutta Italia, in Europa e in giro per il mondo. 
Fino al momento in cui  ho avuto un curriculum adatto per poter affrontare il percorso formativo che l’associazione Italiana Guide Canyon (AIGC) proponeva. 
Un percorso intenso e altamente professionale che dura più di 700h.  AIGC è stata la prima associazione in Italia a rilasciare una formazione specifica per guide canyon ed è attualmente la migliore sul mercato. 

-Sei stata la prima donna guida canyoning AIGC: che effetto ti fa aver aperto la strada per le altre che verranno?

Sono stata la prima donna ad aver portato a termine la formazione AIGC che attualmente è la più professionale e completa in Italia e sicuramente non è una formazione che fa sconti a nessuno. È una cosa  che mi rende molto orgogliosa.

-Ti è mai capitato di essere discriminata nel tuo lavoro per il fatto di essere una donna? Per la tua esperienza c’è ancora pregiudizio in questo settore?

Questo è un argomento sul quale potrei scrivere un libro, la discriminazione e il pregiudizio credo siano una male ormai troppo radicato nel nostro paese. E purtroppo non possiamo farci nulla in questo momento storico. 
Sono giovane, sono donna perciò in questo lavoro parto già svantaggiata. Potrei raccontarti scenette di ogni tipo e genere. Purtroppo negli sport outdoor si è abituati a vedere prevalentemente figure maschili, le persone sono sempre molto diffidenti quando mi paleso come loro guida: pregiudizio che poi va a morire (fortunatamente nella maggior parte dei casi) dopo 5 minuti in canyon, nella minoranza dei casi ci sono clienti o pari che mi “torturano” e mi sfidano per tutto il percorso.
La cosa che mi rende più triste e, ti dico la verità, le prime volte che accadeva mi faceva veramente tanto  arrabbiare, è che nella maggior parte delle situazioni dove mi trovo a lavorare con un gruppo insieme ad un collega uomo, il gruppo prende di riferimento il collega come se ne sapesse più di me, solo perché è un uomo. E questo le persone non lo fanno con cattiveria, ma perché sono state abituate, come ti dicevo prima, a vedere un settore in mano agli uomini. 
In ogni caso io continuo a fare il mio lavoro nella maniera più professionale possibile e non mi lascio in alcun modo influenzare dai pregiudizi che le persone possono avere: ho desiderato tanto questo lavoro, ho desiderato tanto questa vita

Sono giovane, sono donna perciò in questo lavoro parto già svantaggiata. Potrei raccontarti scenette di ogni tipo e genere. Purtroppo negli sport outdoor si è abituati a vedere prevalentemente figure maschili.

-Che cosa consiglieresti ad una bambina con il sogno di diventare guida canyoning?

Di non lasciarsi scoraggiare dagli ostacoli che potrebbe trovare davanti a sé, che per essere bravi bisogna studiare ed applicarsi ma soprattutto ascoltare ed imparare dalle esperienze altrui. 
Non credo ci sia qualcosa di facile nella vita. Questo è un lavoro bellissimo ma è un lavoro molto duro, fisicamente, mentalmente e soprattutto è un lavoro dove devi per forza prenderti la responsabilità di altri individui. Se non c’è passione non vale nemmeno la pena iniziare.

-Quali sono gli aspetti che ti piacciono di più del tuo lavoro?

L’aspetto che amo di più di questo lavoro è che non si finisce mai di imparare, è una continua e costante crescita, sia nella tecnica sia nel rapporto con le persone. Ho iniziato ad accompagnare in canyon  perché amo condividere con gli altri la mia passione.
In sostanza adoro ogni singolo aspetto, anche quelli più brutti e noiosi. Mi sveglio la mattina, incontro persone nuove, ogni giorno in mezzo alla natura… il mio ufficio è un canyon!
Ho la possibilità di viaggiare molto, vedere luoghi bellissimi, Cosa potrei desiderare di più dalla vita?

-Il percorso escursionistico che ti ha dato finora più soddisfazione? Il tuo preferito? E quello che sogni ma non hai ancora affrontato?

Sono una persona entusiasta della vita, ogni volta che vedo un canyon nuovo è sempre il più bello ed è sempre quello che mi dà più soddisfazione, perciò non saprei rispondere a questa domanda. 
Il mio preferito è sicuramente un canyon che si chiama Isorno, in Piemonte al confine con la Svizzera. È un canyon straordinariamente bello, per me il più bello d’Italia. Ho dei ricordi straordinari in quel canyon perciò posso affermare con certezza che è il mio preferito.
Ho tanti progetti e sogni nel cassetto, sia professionalmente parlando che a livello personale: vorrei avere il tempo di viaggiare di più per poter scoprire i canyons d’oltreoceano. Oppure soffermarmi su quelli orientali. Insomma la lista è davvero lunga!

-Porti avanti le tue attività con Toscana Adventure Team: com’è nato questo gruppo e dove possiamo trovarvi?

Toscana Adventure team esiste già da molto tempo (più’ di 20 anni), è infatti la prima realtà professionale di canyoning in Toscana. Io mi sono inserita successivamente ed ora collaboro con il mio collega Simone, anche lui Guida canyon.  Siamo presenti sul web con il nostro bellissimo sito internet www.tateam.it e su tutte le piattaforme social come TOSCANA ADVENTURE TEAM, pubblichiamo costantemente aggiornamenti sulle nostre attività. 

L’aspetto che amo di più di questo lavoro è che non si finisce mai di imparare, è una continua e costante crescita, sia nella tecnica sia nel rapporto con le persone.

-A chi consiglieresti il canyoning? È un’attività che può essere affrontata da tutti o richiede abilità particolari?

Consiglierei il canyoning a tutte quelle persone che amano in maniera incondizionata la natura, che hanno voglia di scoprire qualcosa di diverso, divertendosi. Il canyoning è una attività “quasi” per tutti. È richiesto un normale (buono) stato di salute e l’assenza di patologie o caratteristiche fisiche non compatibili con lo sforzo fisico e la permanenza prolungata in un ambiente freddo e remoto.
Ci sono tanti percorsi a seconda delle capacità fisiche delle persone, perciò tendenzialmente riusciamo a trovare il percorso giusto per quasi tutte le esigenze, da bambini di 5 anni a gruppi di amici che vogliono scoprire la parte più adrenalinica di questa attività. 

-The Next Step: il prossimo passo sarà?

The next step…ci sono tanti progetti in ponte, sono una persona che non riesce a stare ferma nemmeno un secondo della sua vita… 
Stiamo progettando qualcosa di veramente bello… ma dovrete seguirci per scoprire che cosa!
Inoltre, oltre al mio lavoro da guida, sto sviluppando già da qualche anno un’altra passione che si è trasformata piano piano in un lavoro secondario: canyon photographer.
Sono una delle poche persone nel mondo che fotografa a livello professionale i canyon di tutto il mondo. Quindi sto lavorando anche per sviluppare questo aspetto nel mio lavoro.

-Noi di Extrawonders siamo un po’ sognatrici… un desiderio/sogno per il futuro?

Un desiderio molto importante: vorrei che in Italia venisse finalmente regolamentata la mia professione, “guida canyon”, che attualmente non lo è. Vorrei che il governo si decidesse a fare una legge per garantire all’utente la sicurezza di fare attività con dei veri professionisti e non con persone che si autodichiarano “Guide”. Ad oggi in Italia non c’è una legge che tuteli da una parte il pubblico e dall’altra i professionisti. Oggi una persona che prenota l’attività di canyoning non sa se avrà una guida altamente professionalizzata o se verrà accompagnata da una persona che si autodichiara Guida senza una formazione specifica o con una formazione non sufficiente e di scarso profilo.
Faccio un appello ai consumatori: prima di affidarvi a qualcuno, chiedete conto di quale e quanta formazione abbia fatto. A volte facciamo le cose senza pensare a cosa stiamo facendo… ma, quando si prenota un’attività di canyoning, come altre attività legate alla natura, si prenota un’attività svolta in un ambiente remoto, difficilmente raggiungibile dai soccorsi, dove ci sono dei rischi importanti. Perciò tutte le volte io faccio questa domanda alle persone: a chi vorreste mettere in mano la vostra sicurezza? Ad un professionista altamente preparato o ad una persona che si autodefinisce tale?

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6 thoughts on “Claudia Magnani – Perdersi nella natura è un gioco da ragazze”

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