Si incontrano, si confrontano, condividono gli stessi valori e decidono di lavorare insieme ad un progetto ambizioso: dare una veste nuova ai servizi di tutela legale. Una veste più inclusiva, sociale e trasversale.

Sono le donne di Rete Etica, tre professioniste indipendenti che hanno realizzato il loro sogno: Anna Cafagna e Rossella Calcagnile, avvocate, insieme a Chiara Aiello, consulente legale.

Noi le abbiamo incontrate ed intervistate, affascinate dalla loro visione ed umanità.

– Come è nato il vostro progetto Rete Etica? Parlateci della vostra storia.

Chiara Il progetto di Rete Etica è nato all’incirca un anno fa, da un’idea stimolata dalle riflessioni, umane e professionali, durante la pandemia.

Ci siamo conosciute lavorando insieme in altre realtà, poi visto che umanamente ci siamo trovate molto bene, abbiamo deciso di collaborare insieme.

Siamo un network di professioniste indipendenti, che lavora in sinergia per soddisfare le esigenze, anche multidisciplinari, dei clienti con i quali si instaura una relazione dinamica.

Siamo tutte civiliste, ognuna con le proprie aree di elezione. Io mi occupo di privacy e di diritto d’impresa, Rossella di diritto civile e famiglia,  Anna di diritto del lavoro e consulenza aziendale. Ci occupiamo anche di diritto dell’immigrazione.

– A chi vi rivolgete e quali sono le vostre specializzazioni?

Chiara Affianchiamo le imprese nel fare business e le persone nel tutelare i propri diritti.

II nostro modo di intendere la consulenza è sempre di supporto funzionale alle esigenze del cliente: non limitiamo la nostra attività ad una visione tradizionale.  Per noi la tutela legale deve essere accessibile, equa ed inclusiva.

Anna Resta fermo il fatto che comunque la professione dell’avvocato è distorta nell’immaginario collettivo. Lo stesso, infatti, è considerato come un one man show, quindi già il concetto di Rete Etica, di fare rete creando sinergie, appunto, si scosta da questo stereotipo della professione.

Il nostro mestiere è sempre stato quello di adattarsi alla società: il diritto dell’ immigrazione così come il diritto del lavoro non si studiavano nella stessa maniera anni fa, mentre adesso è diventata un’urgenza sociale, in un certo senso. Secondo noi, non si può prescindere dall’approfondire certe materie se hai già forti valori che muovono la tua professione, se  cioè queste materie rientrano nel tuo spettro di competenze già acquisite o da approfondire. Si tratta di una scelta di volontà.

– “Come se l’avvocatura, per definizione, possa essere slegata dall’impegno civile e da una visione morale della società”, Anna Cafagna. Spiegateci meglio questa dichiarazione e come vivete questa presa di posizione?

Anna Noi abbiamo una profonda condivisione di valori che sono molto identitari, imprescindibili per noi. Come professioniste, agiamo con indipendenza, crediamo nell’organizzazione inclusiva e traiamo ispirazione dal nostro essere donne, gestendo con pragmaticità l’evoluzione del nostro mestiere.

Pensiamo che il ruolo dell’avvocato sia quello di un soggetto che si “sporca” le mani, che affonda nella socialità. Dovrebbe essere una sentinella dei diritti, riuscire a capire dove c’è necessità di tutela. Altrimenti si slegherebbe da una effettività del diritto di difesa che dovrebbe esercitare o che dovrebbe quanto meno garantire.

Il passo che vogliamo fare è essere aderenti alla realtà che ci circonda: quindi, ciò implica anche conoscere il territorio. Seguiamo infatti diverse aziende presenti su vari territori ed ognuno di essi ha un background peculiare, così come i soggetti che si interfacciano con noi.

Rossella, per esempio, viene dalla Puglia e quindi la sua formazione  è certamente  diversa da quella bolognese. Ciò ci consente, intrecciando le diverse propensioni personali, di creare un plus valoriale nell’esercizio di questa professione.

– Il 25 novembre 2022, in occasione della Giornata contro la Violenza sulle Donne, L’Avvocata Rossella Calcagnile interverrà al Teatro Te-Ze di Bentivoglio, alla manifestazione Racconti, protocolli e aiuti per uscire dalla violenza. L’intervento di Rete Etica | Avvocate avrà ad oggetto “Il diritto ai diritti: testimonianza di voci dall’Iran”. Volete anticipare qualcosa di questo importante intervento?

Rossella Quest’idea è nata da una mia conoscenza: ho un’amica iraniana, che si è trasferita in Italia e mi ha raccontato la sua vicenda. Attualmente questa ragazza sta partecipando alle proteste per quello che sta succedendo in Iran ed allora abbiamo deciso di fare qualcosa in sostegno di queste donne.  Abbiamo deciso però  di ampliare il nostro progetto facendo partecipare anche dei ragazzi perché i diritti civili e la loro tutela non conoscono sesso, non conoscono nazionalità. Parteciperanno quindi anche gli uomini per testimoniare quello che sta succedendo nel loro Stato e quello che hanno vissuto quando vivevano in Iran.

Il 25 novembre in occasione della “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne” farò un intervento a Bentivoglio. Questo primo intervento pubblico sarà l’inaugurazione di questo nostro progetto. Faremo poi delle video interviste a questi ragazzi e ci concentreremo su tre domande basate essenzialmente sul loro passato, sul loro presente e sul futuro.

Ci racconteranno cosa hanno vissuto prima di arrivare in Italia. Alcuni hanno delle esperienze molto forti da raccontare. Alcune storie sfuggono alla nostra immaginazione: per esempio il divieto di praticare uno sport per una donna è impensabile per noi, invece una delle ragazze che abbiamo incontrato lo ha vissuto in prima persona.

Ci sono persone che hanno avuto la possibilità di studiare qui in Italia e una di queste ragazze è diventata anche cittadina italiana. Il progetto è aperto e stiamo contattando altre persone che non conosciamo. Ci siamo rese conto che la situazione è molto complessa e delicata: infatti, contattando diverse persone, è risultato evidente che, pur sostenendo lo stesso ideale, la stessa posizione rispetto alla violenza che hanno subìto e che subiscono le donne in Iran, si trovavano in una condizione di rivalità per via della politica interna.

Chiara La situazione in Iran è molto complessa, ci sono divisioni anche all’interno delle opposizioni all’attuale governo. Qualche giorno fa sui social è comparsa una foto di una giovane coppia che si è baciata in pubblico, cosa che prima non si sarebbe mai verificata. Ancora, la squadra iraniana  durante una partita dei Mondiali non ha cantato l’inno per protesta, mentre fino a poco tempo fa erano stati vicinissimi al governo e non avevano mai preso una posizione.

l nostro progetto sull’Iran si chiama “Il diritto ai diritti: voce dall’Iran” per rimarcare che il diritto è universale, il diritto ad avere dei diritti, i diritti civili, spetta a chiunque.

– Sul vostro sito sono presenti diverse iniziative per informare il cliente/utente. Questo rende l’idea di una concezione nuova di studio legale: più vicina alla persona, più aperta all’informazione, più trasparente nei processi. Si tratta di una vostra specifica visione o è in atto una rivoluzione nella professione?

Anna Nell’ottica comune, soprattutto per le generazioni precedenti, l’intervento del legale era  connesso ad una questione da risolvere, ad una problematica.  Invece, sarebbe molto meglio “prevenire che curare”. Non a caso, la semplificazione e la trasparenza sono declinazioni concrete delle nostre relazioni con i clienti. Non nascondiamo i punti deboli, ma, agendo tempestivamente quando veniamo coinvolte per tempo, possiamo lavorare meglio sui punti di forza.

Chiara  Per quanto riguarda la nostra visione, è innegabile che sia in atto un cambiamento nelle esigenze di tutela legale, ma soprattutto siamo noi che avvertiamo l’esigenza di essere comunicative tramite video, rubriche e news.

Stiamo portando avanti diversi progetti:

  • Rete Etica Lab, dove creiamo contenuti per le aziende: video ed articoli di approfondimento.
  • Rete Etica Smart, un progetto dedicato ai privati in modo da rendere la tutela legale più accessibile, equa ed inclusiva. Il nostro motto infatti è Tutela per vocazione.
  • News. ogni settimana pubblichiamo aggiornamenti e sentenze sulle materie delle quali ci occupiamo: diritto civile, diritto del lavoro, privacy e diritto dell’impresa.
  • Asimmetrie è un progetto che si concluderà a dicembre, durato un anno, in cui abbiamo intervistato donne imprenditrici ponendo tre domande: come, cosa, perché. Loro ci hanno spiegato quali sono le loro motivazioni, come gestiscono la loro attività, quale impronta lasciano nel mondo del lavoro, etc. E’ un modo per sostenere l’empowerment femminile.
  • In Art We Trust, crediamo che l’arte e la cultura abbiamo un ruolo fondamentale e il bello dell’arte debba essere diffuso. Ogni mese scegliamo un’artista, che sosteniamo sul nostro sito e sulle nostre pagine Social.

Anna Come il progetto Asimmetrie: l’asimmetria è il simbolo della differenza tra la facilità che ha l’uomo di realizzarsi nella società e quella che la donna, invece, deve conquistare, passo dopo passo. Noi abbiamo voluto offrire uno spazio alle imprenditrici per raccontarsi, farsi conoscere e fare network.

– Ci è piaciuta molto la vostra iniziativa di sostegno all’arte, “In Art we trust”. Volete raccontarci come è nata e perché?

Chiara In Art we Trust è un progetto a cui teniamo particolarmente.

Abbiamo deciso di creare uno spazio dove fosse possibile sostenere l’arte femminile. Ogni mese scegliamo un’artista diversa, cercando in questo modo di condividere e far conoscere la loro arte. Le artiste che abbiamo contattato sono rimaste colpite dalla nostra scelta.

Per noi l’arte è importante, proprio per questo i contenuti grafici del nostro sito sono molto diversi da quelli di altre realtà, abbiamo lavorato molto sul concept, volevamo che ci rappresentasse totalmente. Siamo contente del risultato ottenuto, rappresenta la nostra realtà, non siamo uno studio legale ma una rete.

Rossella Noi crediamo nella forza del gruppo. Il nostro concetto di avvocato è estremamente legato al sociale e del sociale fa parte anche l’arte, come rappresentazione della bellezza. In tale contesto si inseriscono anche tutte le altre arti e professioni diverse da quella legale, con cui l’avvocato deve interfacciarsi in quanto deve essere inteso necessariamente come un soggetto che opera all’interno della socialità. L’avvocato deve rivestire un ruolo sociale, dovrebbe essere visto come un “educatore” della società al pari dell’arte e delle altre professioni.

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Il logo di Rete Etica
diversi loghi
Le attività di Rete Etica

– Che consiglio dareste a chi vorrebbe diventare avvocata ed aprire uno studio?

Anna Il primo consiglio che darei è quello di smettere di essere una “Yes Girl” e smettere anche solo di accettare che qualcuno al telefono oppure in una riunione tra colleghi continui a chiamarti “Dottoressa” o “Segretaria”. Occorre riconoscere e far valere subito la propria identità professionale.

Poter scegliere come organizzare il nostro tempo è per noi un privilegio anche di fronte alla difficoltà della libera professione -che comporta di per sé un rischio d’impresa- . Spesso viene fatto un paragone  rispetto a chi lavora nel pubblico perché si suppone abbia più certezze; però noi abbiamo la possibilità di scegliere come organizzare le priorità delle nostre giornate, anche relativamente ai lavori ‘di cura’ che normalmente  le donne si prendono in carico.

Chiara Essere padrone del proprio tempo può essere un grande vantaggio, bisogna trovare equilibrio  tra il lavoro e  la vita privata. Ogni giorno scegliamo di fare qualcosa che ci piace, dove occorre investire su noi stesse.

– Tutti raccontano i loro successi ma raramente sentiamo parlare di fallimenti. Pensiamo che facciano parte del percorso di ciascuno. Volete condividere con noi qualcosa che poteva andare diversamente?

Anna Un fallimento che riconosciamo è stato non poter estendere il progetto ad alcuni professionisti, in alcuni casi colleghi. Questo per noi, in quel momento preciso della nostra storia, sembrava manifestare una debolezza che poi abbiamo riconosciuto essere un passo nel nostro iter di crescita.  Il fatto che alcuni colleghi non abbiano riconosciuto il valore che per noi il nostro “bambino” aveva in maniera cosi palese ci ha deluso; qualcuno si è allontanato, qualcun altro, con cui avevamo iniziato a parlare di progetti che a noi interessavano molto, è poi svanito.

Chiara Siamo in tre e abbiamo molte idee, ci è capitato di dover dar priorità ad  alcuni progetti a scapito di altri.

Rossella Per me, un fallimento particolare è stato la mancata realizzazione di un progetto che era molto bello sulla disabilità ma ci siamo rese conto che non possiamo sempre inseguire le persone e in futuro cercheremo di portare avanti il progetto con altri strumenti.

– Raccontateci del vostro nuovo progetto “Be kind” e della promozione di pratiche di gentilezza.

Anna Ho avuto il piacere di conoscere ed entrare a far parte degli Imprenditori della Gentilezza: è un progetto ambizioso volto ad accrescere il benessere della comunità, operando attraverso dei micro progetti nel quotidiano. Questo ci sembrava molto aderente alla nostra filosofia, quindi ci è sembrato ovvio sviluppare anche noi un progetto simile, mettendo a disposizione le nostre competenze, senza sovrapporci ovviamente a quello dei Costruttori di gentilezza.

Noi avvieremo nel 2023 Be Kind con operazioni concrete di gentilezza nel quotidiano, concetto che nel nostro mestiere viene inteso quasi come una debolezza: in realtà non è così, essere gentili significa poter liberamente esprimere il proprio potenziale.

Rossella Essere gentili vuol dire essere molto consapevoli del proprio valore. L’essere gentili è un aspetto caratteriale a prescindere dalle esperienze che uno ha vissuto o dalle situazioni in cui si trova.

Chiara E’ un progetto in fase di strutturazione, siamo già in contatto con diverse associazioni. Ogni mese vorremmo dedicare uno spazio ad un’associazione che opera nel sociale, legata a quei soggetti o categorie che subiscono un’ etichetta (mondo ARCI, LGBT, migranti).  Come abbiamo fatto con Asimmetrie, vorremmo dare voce a queste realtà, tramite interviste e interventi.


– Ci definiamo “ExtraWonders” perché tutte noi donne siamo straordinarie nel nostro ordinario, nella nostra quotidianità. Anche voi, donne, professioniste, avvocate, lo siete. Come vi sentite a tal proposito? Che emozioni provate?

Rossella Sicuramente per quanto riguarda il nostro ambito lavorativo è molto difficile coniugare la vita privata e il lavoro, per fortuna siamo in tre e quindi riusciamo a gestirci bene.

Il nostro obiettivo finale è quello di riuscire a raggiungere l’equilibrio ottimale per vivere e non sopravvivere.

Tra di noi c’è molto dialogo, confronto e comprensione: se una di noi, per esempio, ha il bambino malato, l’altra, per certi versi, può affiancarla nel lavoro. Anche da qui nasce l’idea di Rete Etica.

– The Next Step: il prossimo passo sarà?

Chiara, Anna e Rossella Il prossimo passo sarà continuare così e provare ad allargare la nostra rete, diffondere questa filosofia. Sarebbe bello espandere il progetto e creare una vera rete con varie competenze per riuscire a dare al cliente una rosa ancora più ampia di professionisti che operano in diversi settori.

Anna Nel nostro sito ci sono dei titoli in cima ad ogni pagina, uno di questi è “le persone fanno la differenza“. Siamo convinte che la squadra – e non è certo sempre facile lavorare in team- conferisca un valore aggiunto; riconoscere il giusto valore delle persone, non solo punto di vista chiaramente professionale, significa anche radunare soggetti che credono nella stessa visione.

Rossella Come potete vedere dal nostro sito abbiamo già iniziato a collaborare con altri professionisti, sono persone che condividono con noi la stessa visione del lavoro.

Scegliersi non significa per forza selezionare, scegliersi è un qualcosa che va oltre la selezione. I professionisti con cui collaboriamo sono delle persone che conosciamo, di cui ci fidiamo e alle quali ci rivolgeremmo noi stesse.

– Noi siamo un po’ sognatrici… un desiderio/sogno per il futuro.

Chiara Per quanto mi riguarda il sogno lo sto già vivendo e voglio andare avanti così. Questo progetto rappresenta un buon equilibrio tra vita privata e lavoro. Io sono contenta così, mi sento realizzata.

Anna Questo era veramente il sogno di una notte di mezza pandemia!

Rossella Io lavoravo con Anna da almeno 7-8 anni quindi per me è stato un consolidarsi del rapporto. Quando mi ha telefonato un giorno, era luglio dell’anno scorso, e mi ha detto “Ho questo progetto, vuoi partecipare?”, le ho risposto “Se partecipo questa volta deve essere fino alla pensione!”.

Tutte le immagini presenti sono di proprietà di Rete Etica e tutti i diritti sono riservati.

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