Oggi voglio parlarvi di un albo illustrato dai disegni poetici e dal forte valore etico.
Quanti libri avete letto, nella vostra infanzia, che ricordate con amore? Quante, delle parole che avete assaporato e delle immagini bevute con gli occhi potete ancora oggi ripercorrere con la mente?
Scommetto che tanti di quei testi provenivano da altri paesi, ma grazie all’opera di traduzione sono potuti giungere nelle vostre case, e da quella via nel vostro cuore. Se questo è successo, dobbiamo ringraziare una straordinaria figura vissuta a cavallo della Seconda Guerra Mondiale, Jella Lepman.
Le abbiamo dedicato un articolo in Extra Storie. Per leggere la sua straordinaria vita potete cliccare qui.
A lei è ispirato l’albo illustrato “La signora dei libri”, di Kathy Stinson e Marie Lafrance.
Siamo a Monaco, al termine della seconda Guerra Mondiale. La città ferita si avvia verso una lenta ricostruzione. Annaliese e Peter, due bambini orfani di padre, si aggirano tra le macerie alla ricerca di qualcosa da mangiare, quando si imbattono in una grande biblioteca. Un po’ intimoriti, i bambini esplorano gli scaffali pieni di storie ed immagini meravigliose. Alcune le conoscono già: le leggevano insieme al padre prima che lui partisse per la guerra.
Nella sala grande, una donna sta leggendo un libro ad un gruppo di bambini; il libro è in inglese, ma la signora traduce in tedesco il testo, e con l’aiuto dei disegni nella biblioteca si compie una piccola magia.
Il giorno seguente, i due fratelli tornano alla biblioteca, e continuano a scoprire il mondo nascosto dei libri: la signora parla ad Annaliese di Pippi Calzelunghe, e Peter si identifica nel Toro Ferdinando che, come ha fatto suo padre, sceglie di non combattere. Piano piano i due bambini si riempiono di un sentimento nuovo: anche se il presente è doloroso, matura in loro la speranza del domani. Non è troppo tardi per immaginare e creare insieme un mondo diverso.
Ricostruire un immaginario di speranza
Annaliese all’inizio dell’albo osserva con sfiducia le donne che puliscono le strade dai resti dei palazzi: “niente tornerà più come prima”, pensa, non ha senso per lei darsi da fare. Ma ecco che, alla fine della storia, la ragazzina osserva il mondo ferito con occhi diversi, e decide di dare lei stessa un contributo per ricostruire.
Questo era proprio ciò che Jella Lepman desiderava: restituire ai bambini un immaginario di speranza, nutrendolo di storie, di bellezza e di vita.
“Cominciamo dai bambini a rimettere a posto questo mondo tutto sottosopra. Saranno loro a indicare agli adulti la via da percorrere”.
Jella Lepman, 1945
Jella è stata una figura chiave nella cultura europea nell’ambito della promozione alla lettura. Ebrea tedesca fuggita nel 1936, tornò in Germania solo nel 1945, accettando l’incarico di prendersi cura dei bambini tedeschi nella costruzione del loro futuro. Punto di partenza, sarebbero stati i libri, che la donna considerava capaci di creare “ponti di comprensione” tra le persone.
Con il suo impegno diede vita alla prima mostra itinerante di libri per l’infanzia provenienti da ogni parte del mondo, e poi alla più importante biblioteca internazionale per ragazzi, la Jugendbibliothek di Monaco. Perfino il Belgio, nonostante l’iniziale ritrosia, spedì la sua collezione di volumi per la mostra. Tra questi libri c’era anche The story of Ferdinand di Munro Leaf e Robert Lawson, che Jella tradusse in tedesco e regalò a tutti i bambini che visitarono la mostra a Berlino: era la storia di un toro che ama i fiori e rifiuta la guerra.
“Sharing books, building bridges”
Ne “La signora dei libri”,Kathy Stinson costruisce una narrazione molto semplice ma vivida, che rende la lettura del testo adatta i più piccoli ma anche a bambini e bambine più grandi, in grado di comprendere le ulteriori sfumature del testo. I disegni sono affidati a Marie Lafrance, che ci regala delle immagini evocative utilizzando elementi semplici, come ad esempio i motivi floreali vermigli che si richiamano in tutto il testo.
Questo è uno di quei libri che secondo Jella Lepman avrebbe aiutato i bambini di diverse origini a connettersi e comprendersi. “Sharing books, building bridges” era il suo motto, ed è ancora quello di IBBY: International Board on Book for Young people, “un’organizzazione internazionale no-profit, fondata nel 1953 da Jella Lepman, con lo scopo di facilitare l’incontro tra libri, bambini e bambine e ragazzi e ragazze”.
Alla base di questa organizzazione c’è la convinzione che i libri abbiano un ruolo cruciale nel garantire una migliore qualità di vita a bambini e bambine, perciò si impegna a difendere il diritto all’alfabetizzazione ed alla lettura, soprattutto in zone colpite da povertà culturale e conflitti.
Questo libro è un buon monito anche per gli adulti: ci ricorda di quanto possa fiorire un pensiero, una passione, un certo tipo di sguardo sul mondo, se curato fin da piccoli. E, se ce l’hanno fatta Pippi e Ferdinando a comprendere l’importanza di quello sguardo, possiamo farlo anche noi!
Jella Lepman tra le pagine
Il ruolo di Jella Lepman nella letteratura per l’infanzia è stato decisivo.
Il testo più adatto a comprendere l’importanza storica è culturale di questa figura è la sua autobiografia che si intitola proprio “Un ponte di libri”, edito in Italia da Sinnos e curato e tradotto da Anna Patrucco Becchi. Il libro ripercorre la sua storia ed il suo impegno, ed è molto utile per approfondire la figura umana e storica di questa donna rivoluzionaria.
Per bambine e bambini un po’ più grandi dei lettori de “La signora dei libri”, c’è poi un altro testo dedicato alla figura visionaria di Jella, “Una rivoluzione di carta” di Gigliola Alvisi. Un libro a metà tra romanzo di formazione e romanzo storico, con una duplice voce narrante. La Alvisi è capace di mostrare ai giovani lettori e lettrici ciò che possono trovare nei libri: libertà, appartenenza, superamento dei confini.
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