Ginevra aveva scelto di odiare il Natale, perché così andava di moda nella sua classe. Ne erano conseguite innumerevoli discussioni con sua madre; la più violenta e definitiva produsse come risultato la reclusione volontaria dell’adolescente nella propria stanza. Carla non aveva più la forza di alzare la voce, né la voglia di litigare con la figlia, così, una volta che le aveva sbattuto la porta in faccia, decise di lasciarla stare, dopotutto era solo una ragazzina in preda ad una tempesta ormonale.

Questo accadde il 23 dicembre sera, fuori faceva molto freddo ed i vetri delle macchine cominciavano già a ricoprirsi di un sottile strato di ghiaccio. Carla sospirò, osservando l’albero di Natale a cui si erano dedicate insieme, le decorazioni accumulate negli anni, acquistate ai mercatini in montagna o alle fiere dell’artigianato. Non l’avrebbe avuta vinta, non si poteva odiare il Natale, soprattutto senza avere un valido motivo. La festa della famiglia, dell’amore, dello stare vicini, accoccolati di fronte alle fiamme del camino, stringendosi in un caldo abbraccio, sotto coperte di lana variopinte. 

Il 24 sera Ginevra uscì dalla propria camera, perché l’olfatto era stato sollecitato da qualcosa di particolare, ma quasi riconoscibile, che aveva suscitato una grande curiosità. Sgattaiolò fuori, cercando di non farsi sorprendere da sua madre, e, in silenzio, seguì la scia odorosa, che la portò dritta in cucina. La stanza era vuota; sulla tavola c’era una pirofila, da cui proveniva quel profumo. Lo stomaco emise uno stridulo gorgoglio e la mente volò via, verso ricordi lontani quando c’era ancora suo padre, quando ancora preparava dolci per loro, quando erano felici, festeggiando il Natale stretti, avvolti in una coperta, di fronte al camino. Il profumo di burro e cannella adesso invadeva tutta la casa e i pensieri dell’adolescente pentita, che piangeva di malinconia, dispiacere e gioia. Carla arrivò alle sue spalle, senza che lei se ne accorgesse, le accarezzò i capelli e l’abbracciò forte, unendosi al suo pianto. Allora Ginevra scelse di amare il Natale, così come amava i cinnamon rolls ed il ricordo di suo padre. 

Cinnamon Rolls

Impasto:

  • 600gr Farina Manitoba
  • 6gr Lievito di Birra Secco
  • 130gr Latte
  • 130gr Acqua
  • 60gr Zucchero
  • 80gr Burro
  • 1 uovo
  • 8gr Sale fino

Farcia:

  • 2 cucchiai abbondanti Burro fuso
  • 120gr Zucchero
  • 2 cucchiai abbondanti Cannella in polvere

Glassa:

  • 150gr Zucchero a velo
  • 2-3 cucchiaini Acqua

Premessa: chiaramente si può utilizzare una planetaria, i più audaci procedano pure con le mani!

Per prima cosa dobbiamo preparare il lievitino: uniamo 100gr di farina, 50gr di acqua e 50gr di latte (presi dal totale) e lasciamo lievitare per due ore, fino al raddoppio.

Trascorso il tempo necessario, aggiungiamo al lievitino le restanti quantità di farina, acqua e latte, in più lo zucchero e amalgamiamo; a seguire l’uovo ed infine il burro a pezzetti piccoli ed il sale; lavoriamo fino ad ottenere una palla liscia, che si stacca facilmente dalle mani. Lasciamolo ancora lievitare, stavolta per 3-4 ore, fino a triplicare il volume.

Procediamo poi a stendere l’impasto con un mattarello, fino ad ottenere uno spessore di 1 cm, formando un rettangolo di circa 50/55×35/40 cm. Lo spennelliamo con il burro fuso (raffreddato), aggiungendo poi cannella e zucchero (precedentemente mescolati insieme) su tutta la superficie. Arrotoliamo il nostro rettangolo al burro e cannella dalla parte laterale più lunga, con delicatezza ma decisione, fino ad ottenere un rotolo compatto. Affettiamo ogni girella di circa 2,5/3cm, facendo attenzione a non esercitare troppa pressione – sarà quindi necessario un coltello ben affilato oppure dello spago da cucina. Le posizioniamo su una teglia foderata con carta da forno, ad una distanza di 1cm c.a. da tutti i lati e le lasciamo lievitare un’altra ora, fino al raddoppio. 

Infine, procediamo alla cottura in forno statico a 180° per circa 25’.

Una volta raffreddati, li glassiamo (la glassa si ottiene semplicemente mescolando lo zucchero con l’acqua).

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