Empatia è una parola che si usa molto e in molti campi nella nostra società: l’insegnante verso l’alunno, medico e paziente per non parlare dei genitori con i figli.


Empatia non è solo capire l’altro ma è proprio mettersi nei suoi panni.
A mio parere un compito arduo, anche se è apprezzabile quando ci si prova.
Quante volte nei nostri discorsi mettiamo la frase (io ti capisco)…


Ormai è nel gergo comune, più che frase realmente sentita, non per cattiveria ma è più facile restare in superficie invece che andare in profondità.


La sovraesposizione di questa frase l’ha un pò svuotata del suo valore e il lavoro, la fatica che serve per essere veramente empatici e non farsi attirare nel vortice dei sentimenti vengono sottostimati.

L’empatico infatti è una spugna… Porta tutto dentro.
Una persona può essere empatica per natura, è una dote ovviamente ma ciò comporta una grande forza interiore.

È appena arrivato dicembre, il mese che invita al bene, il mese dove si spera di avere più tempo per i nostri cari e per i nostri amici.
Il mese che a mio parere più di atri ti mette di fronte ai tuoi ricordi, all’incontro con l’altro, che magari durante il resto del’ anno non vediamo.

Beh una palestra per l’empatia: capire, ascoltare discorsi che nascono quando siamo tutti assieme…
Quanti argomenti per cui ti domandi: ma perché è venuto fuori?

Non tutto si può evitare ma io vi do e mi do una chiave di lettura per superare il momento: cerchiamo di essere empatici verso NOI STESSI.
Perché se non amiamo la situazione e non vogliamo stare dentro la situazione, non è giusto starci.

Amare tutti è bello partendo da noi stessi.


Non sto consigliando l’ egoismo a natale ma usare l’empatia, l’amore e il rispetto per noi come per gli altri.

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