Questo periodo delle feste appena trascorso mi ha insegnato tanto sul mio accettarmi, sul mio essere madre a modo mio.
In fondo ogni madre è unica. Come il proprio figlio.

Emanuele si è ammalato poco prima di Natale: tosse, raffreddore, mal di gola…
È arrivata anche una bronchite bloccata sul nascere.
Insomma la routine di molte famiglie, in inverno cosa c’è di diverso o strano?

Nulla a parte il fatto che ogni volta che Emanuele si ammala per me è un banco di prova.
Non posso cullarlo di notte e neanche di giorno, a dire il vero.

Quando era più piccolo potevo farlo con il passeggino in stanza o la culletta dando così il cambio a mio marito. Ora che ha 3 anni invece può farlo solo lui.

Per me è uno scoglio da affrontare e aggirare.
Ho bisogno di trovare il modo di inventare il mio spazio con lui , quel cullarlo in un altro modo , che risulti per così dire balsamo per i bimbi quando stanno male (e che secondo me fa bene anche al genitore per soffrire di meno).

Nei giorni scorsi ho passato molto tempo con Emanuele.
Un tempo che ha fatto nascere questo nuovo modo di esserci!
Le favole sul letto con i dinosauri e le macchinine, favole inventate, last minute .
Momenti da sola con lui a mangiare la minestra anche poca perché la gola pizzica…
Giocare per distrarre nel momento della medicina.
Il suo sguardo che ti cerca la notte anche se papà si alza.

Lui mi fa sapere e capire che la mia presenza non è scontata.
Ed è lui stesso che sa come stare con me.

mamma bambino


[Mentre scrivo questo articolo Emanuele sta per svegliarsi dal sonnellino e c’è ancora da aspettare per una buona guarigione.]

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