Sono più di 81000 i libri pubblicati in Italia nel 2021, per un totale di un catalogo di oltre 1300.000 titoli ( dati istat). Numeri in crescita negli ultimi 10 anni, complice anche il mercato dell’e-commerce e della diffusione del formato eBook del libro.

Se, però, pensiamo a libri, romanzi o saggi che trattino il tema della disabilità nelle sue molteplici forme, o se contiamo quanti personaggi disabili compaiono nelle storie scritte e pubblicate, allora risulta evidente che ci troviamo di fronte ad un quasi desolante deserto in confronto a questi numeri citati sopra.

Se prendiamo in considerazione non solo gli scrittori disabili (che comunque sono esigui, rispetto al panorama di scrittori nazionale), e storie che non siano solo “autobiografiche”, basate sul racconto della propria esperienza di vita con una disabilità, allora c’è una sorta di “non pervenuto”, una scarsità spaventosa di storie dove vi siano personaggi disabili inseriti in un contesto inventato e che risultino credibili e ben caratterizzati.

Nella mia esperienza di scrittrice e di donna disabile, penso che la scarsità di storie e personaggi con una disabilità, nel panorama italiano dipenda da più fattori:

  • Il primo è forse quello relativo alla “diffusione”. È ancora difficile farsi pubblicare una storia così “particolare” dalle case editrici, perché la disabilità per quanto ci riguardi un po’ tutti direttamente o indirettamente è ancora considerato un argomento di nicchia, o al più nella sfera assistenziale o medica. Di certo non è visto come qualcosa di accattivante per vendere un romanzo.
  • Il secondo forse riguarda un certo timore che hanno gli stessi scrittori disabili o non, a proporre storie un po’ diverse da quelle canoniche, magari con protagonisti disabili un po’ forti, un po’ cazzuti, insomma con personaggi che non debbano per forza ispirare pietà o essere da esempio ma che possano essere vari, umani, imperfetti, come lo sono tutti gli scrittori e i loro alterego sulla carta.

Il timore è quello di non venir compresi, o peggio ancora di essere fraintesi, o che si sovrapponga all’interpretazione della storia, una certa mentalità abilista (sulla tematica relativa all’abilismo, potete leggere qui).

Come se ciò non bastasse, c’è ancora qualcosa di più sconvolgente: la quasi totale assenza di personaggi femminili e disabili degni di questo nome.

Trovarle è come trovare unicorni al pascolo.

Proprio per questo motivo, e per colmare questa evidente mancanza, vorrei parlarvi di alcuni esempi virtuosi di disabilità e donne in letteratura, farvi conoscere storie di scrittori/scrittrici italiani e stranieri, che, a parer mio meritano di essere divulgate. 

Da lettrice fantasy non posso che iniziare con la saga di “Cursebreakers”.

Una storia Young Adult in, tre volumi, scritta da Brigid Kemmerer. Il primo volume “Un fato così ingiusto e solitario” è una rivisitazione della favola de “la bella e la bestia”, in chiave dark fantasy.

La protagonista si chiama Harper e ha una paralisi cerebrale infantile, finisce in un mondo magico e medievale, invischiata in una maledizione che ha che fare con un principe dal carattere un po’ complicato.

L’aspetto lodevole della saga, anche se, a parer mio alcune cose potrebbero essere rese in maniera migliore, è che la disabilità fisica di Harper è sempre presente, ma non finisce per essere per forza un ostacolo, o motivo di compatimento. E non viene nemmeno tolta di mezzo con un qualche escamotage magico, come ci si potrebbe aspettare in un romanzo fantasy, ma resta lì e spesso è anche il fulcro, e motivo, per cui accadono certi eventi.

Harper la giovane ragazza protagonista, catapultata in un mondo molto diverso da quello moderno, sa adattarsi e anche auroironizzare su se stessa e sulle difficoltà che incontra, per esempio nel vestirsi con un abito medievale o nel salire in groppa ad un cavallo. Questo è l’elemento che mi ha colpito maggiormente, perché condivido con la protagonista la stessa condizione fisica e so quanto possa essere difficile è frustrante compiere certe azioni, ma il bello è proprio il suo prendersi in giro, prenderla alla leggera, perché la disabilità non sia sempre un ostacolo, ma solo una caratteristica.

Un’altra storia romantica, però in un’ambientazione contemporanea, sempre con una donna disabile come protagonista è “Quando l’amore ha il passo svelto” di Maria Paola Corsentino.

Nell’universo pratico di Azzurra, la protagonista di questa storia, non c’è mai stato spazio per l’amore e del resto, lei ha molto di cui occuparsi tra gli esercizi per la mobilità delle gambe e per contrastare le difficoltà date dalla disabilità e il lavoro, che l’ha portata a trasferirsi in un paesino del nord Italia. Quando conosce Carlo, carismatico e dagli occhi sempre un po’ malinconici, la ragazza comprende che è tempo di intraprendere un nuovo percorso e aprire il suo cuore a un sentimento nuovo, che però la porterà a difficili scelte e cambiamenti.

Anche qui la disabilità è vissuta non come ostacolo, ma come modo per accertarsi e comprendere quali sono le scelte importanti e le persone da avere vicino. L’accettazione è una delle fasi relative all’avere una disabilità e non tutti reagiscono allo stesso modo.

L’ultimo romanzo, anche non per rilevanza, di cui vorrei parlarvi è molto particolare nel suo genere.

Sto parlando di “Viola” di Marina Cuollo, una commedia romantica che mira a scardinare molti pregiudizi sulla disabilità con ironia e con l’intelligenza.

Marina Cuollo scrive una commedia romantica, ironica, che prende a picconate tutte le relazioni, e fa capire che in fondo non è necessario avere una relazione di coppia per essere accettati o per autodeterminarsi e che, comunque, i casi umani e le fregature sono ovunque. Anche perché l’amore, il sesso e i rapporti affettivi non sono come ce lo raccontano nei film. A volte ci vuole impegno, altre volte si sente lontano un miglio la puzza di fregatura. Certo, per una donna con disabilità, a volte, è più complesso arrivarci, perché oggettivamente sono meno le occasioni per mettersi alla prova, ma Viola, la protagonista di questa storia, ci fa capire che non sempre è bene buttarsi a capofitto nella prima persona decente che ci capita. A volte quello che manca non è un uomo, bensì l’autostima, il pensiero di valere noi stesse e di non cadere nell’abilismo interiorizzato che spesso ci portiamo dietro dall’infanzia.

Questo mio piccolo excursus nel mondo della letteratura, delle donne e della disabilità non ha la pretesa di essere esaustivo, né di coprire l’intera gamma di voci relative alla rappresentazione della disabilità.

Mi sono voluta concentrare principalmente su protagoniste femminili, che avessero una disabilità motoria, e che dessero spazio ai diversi tabù esistenti, declinandoli e decostruendoli: la vita indipendente, l’affettività e la sessualità, rappresentando questi aspetti in modo realistico, coerente, ma anche ironico, come dovrebbe essere quando si racconta una storia.

Sono convinta che ci siano molti altri titoli con protagonisti/e disabili, che io ignoro, e di cui, magari, sarebbe utile parlare, proprio per questo mi piacerebbe qui. lasciare una lista di libri utili per chi volesse approfondire l’argomento disabilità/abilismo/letteratura, o anche soltanto per chi volesse leggere testi sulla disabilità che esulino dai soliti stereotipi.

Letture per comprendere la disabilità e combattere l’abilismo:

  • “Disabilità e società” di Tom Shakespeare.
  • “A disabilandia si tromba” di Marina Cuollo
  • “Mezze persone” di Elena e Maria Chiara Paolini
  • “È facile parlare di disabilità (se sai davvero come farlo)” di Iacopo Melio

Autobiografie o storie che parlano di bambini o persone disabili, che consiglio per il loro stile di scrittura e per il impatto emotivo:

  • “Ognuno ride a modo suo” di Valentina Perniciaro.
  • “Io e il drago” di Francesco Cannadoro.
  • “E questo è niente” Michele Cecchini
  • “Io, sirena fuor d’acqua” di Mirella Santamato
  • “Melody. Un passo fuori dal cuore” di Sharon Draper
  • “Lo spirito tra le radici” diFrancesca Marchesini

Nella speranza che siano sempre di più le storie inclusive, e che la disabilità non faccia più “clamore” nemmeno se è scritta in un libro, non mi resta che augurarvi buona lettura.

Facebooklinkedininstagram

11 thoughts on “Disabilità nella letteratura: donne, unicorni, libri e pregiudizi”

  1. Pingback: dtf print
  2. Pingback: lsm99.day
  3. Pingback: 웹툰 사이트
  4. Pingback: Ks Quik 2000
  5. Pingback: read more
  6. Pingback: Weather in Latvia

Comments are closed.