Ci sono dei punti importanti, fermi nella via di ciascuno di noi: un lavoro, una stabilità familiare da dove poi si va avanti per costruire la propria vita.


Su ExtraWonders ho sempre raccontato la mia normalità dell’ essere madre.
In varie occasioni, sia in un viaggio o in un parco, ho sempre dovuto costruire attorno a me questa normalità.
Ed oggi faccio con voi questa riflessione, poi per chi vorrà mi piacerebbe molto sapere cosa pensate.

Cosa c’è di più normale di una casa?
Chi pur avendo la casa di famiglia non ha poi pensato o addirittura costruito la propria?


Anche io ho da molto questo pensiero, una mia casa.

Non disprezzo assolutamente la mia casa natale, dove vivo tuttora, so anche che posso già considerarla mia.
Vorrei comunque provare ad inventare un mio progetto ex novo e per questo ho iniziato a fare delle mie ricerche, le ho fatte per capire come ci si deve muovere in questo campo.
Tirando le somme ciò che ne uscito fuori è questo: io, persona diversamente abile in linea di massima non posso accedere ad un mutuo anche se ho pensione e accompagnamento.

Ci sono però delle banche che possono fare prestiti particolari.

Il regolamento però generale è che il disabile debba avere un garante ed è più probabile ricevere agevolazioni per la casa dove il disabile già risiede con il nucleo familiare se ne fa richiesta (legge 104 del 1992).
Ora per chiudere lancio questo sasso: perché se il parente , convivente, ne fa richiesta al 99% viene accettata mentre se il disabile da solo lo richiede non viene accettato? Eppure nel reddito familiare risultano pensione e accompagnamento.


Questo mi porta a fare quest’ultimo pensiero.
Nella vita sociale bisogna lavorare per l’indipendenza e lo si potrebbe fare meglio se anche la stessa società ci vedesse come liberi cittadini e non soltanto dentro un nucleo familiare.

La casa come anche un lavoro è il simbolo di questa indipendenza.

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