Sei in cerca della meta perfetta per le vacanze?
Se non hai ancora programmato le tue vacanze estive o uno dei tanti weekend lunghi di quest’anno, ti proponiamo alcune idee di viaggio per il 2023, tra grandi classici e mete insolite. Preparati a vivere un viaggio indimenticabile, scegliendo qualcos’altro rispetto alle mete proposte. Sì, perché le destinazioni che ti proponiamo in questo articolo fanno parte della No-List di Fodors, un editore di viaggi e informazioni turistiche in lingua inglese, che ha stilato una lista di destinazioni da evitare nel 2023, perché potrebbero certamente beneficiare di una pausa. Si tratta di luoghi imperdibili, sì, perché non possiamo permetterci di perderle a causa del turismo di massa.
Avevi in programma di visitare una di queste mete? Ripensaci!
Gli effetti del turismo
Dopo che la pandemia ha bloccato le frontiere e milioni di persone nelle loro case, i numeri del turismo nel 2022 hanno superato di gran lunga i livelli pre-pandemici. Come biasimare del resto tutte le persone che, dopo aver perso l’occasione di viaggiare per quasi 3 anni, decidono di ricominciare a farlo e, magari, recuperare anche il tempo perso.
Viaggiare infatti, da privilegio esclusivo di una limitata fetta di popolazione, è diventato alla portata di sempre più persone. Ci sono poche cose che arricchiscono più di un viaggio: ci permettono di avvicinarci a culture che ci sembrano lontanissime, oltre ad essere un valido sostegno per le economie locali. Ma è fondamentale considerare anche gli effetti non ancora quantificati del turismo di massa: stress sulle catene di approvvigionamento, distruzione di habitat, sovraffollamento. Il turismo contribuisce fortemente alla crisi climatica: viaggiare rappresenta circa l’8% delle emissioni globali di anidride carbonica, e questo dato è in aumento per il 2023. Con l’aggravarsi della crisi climatica, i danni possono rendere alcune destinazioni inospitali per i viaggiatori e far precipitare le loro economie.
Per il 2023, vi proponiamo le migliori destinazioni a cui ripensare, se stavate pensando di visitarle: attrazioni naturali che avrebbero bisogno di una pausa per rigenerarsi, hotspot culturali che sono afflitti da sovraffollamento e esaurimento delle risorse, luoghi drammaticamente colpiti dalla crisi idrica. E se proprio avete un viaggio in programma in queste località, vorremmo spingervi ad affrontare questo viaggio con maggiore consapevolezza.
Viaggi nella natura selvaggia da perdere, almeno per ora
Pace, tranquillità e aria fresca. Ci sono destinazioni naturali che ci permettono di disconnetterci dagli schermi e dal caos delle città, per riconnettersi con la natura e ritrovare se stessi. Non stupisce che ogni anno siano sempre più i visitatori che scelgono mete remote e sconfinate rispetto alle città. Per poi ritrovarsi tutti lì. Dalle dune del deserto al Gran Canyon, è impossibile non restare incantati. La natura ha creato luoghi magnifici, vivi e maestosi.
Ma molte di queste attrazioni naturali sono state colpite sia dai recenti disastri naturali, sia dall’afflusso di esseri umani in visita. Così, alcuni iconici paesaggi sono stati danneggiati così gravemente che i funzionari degli uffici turistici hanno dovuto chiedere ai viaggiatori di non visitarli per quest’anno, in modo che la terra, l’aria e il mare possano rigenerarsi. Queste località hanno disperatamente bisogno di una pausa.
È il caso della Normandia, che sta affrontando una drammatica erosione costiera che ha molto a che fare con i numerosi turisti che affollano le sue spiagge. Le sue spettacolari scogliere possono davvero gestire il loro milione di visitatori ogni anno? Cittadine come Etretat, di poco più di 1500 abitanti, si ritrovano a fronteggiare un afflusso di turisti tre volte superiore a quanti riuscirebbero a ospitarne, causando problemi nella gestione delle acque reflue e frane dovute all’intenso traffico a piedi. Sì, frane. La situazione non è migliore al sud della Francia, dove a Marsiglia il Calanque National Park ha dovuto fissare un numero massimo di turisti giornalieri.
Del resto, il turismo di massa non è piacevole: sempre più spesso, invece di passare una piacevole giornata in un’oasi naturale, ci ritroviamo arrabbiati, dopo aver passato molte ore in macchina nel traffico, o alla ricerca di un parcheggio, e poi alla ricerca di un posto libero per mangiare, e di un piccolo spazio di spiaggia dove fermarsi. È ristoro questo?
Un’altra meta che ha sorprendentemente aumentato la sua popolarità è l’Antartide: per quanto remota, è proprio questa sua caratteristica ad accrescerne il fascino. Per quanto non si tratti di grossi numeri in termini assoluti, il territorio dell’Antartide, già fortemente stressato dalla crisi climatica, sta vivendo uno dei più rapidi aumenti delle temperature e il più veloce declino della fauna selvatica della storia. I pochi turisti, ma anche le attività di ricerca, si concentrano soprattutto in poche aree, e le navi e gli aerei che vi arrivano non fanno che aggravare lo scioglimento della neve.
Hotspot culturali in sofferenza
L’Europa è una destinazione turistica chiave, che attrae masse di visitatori ogni anno, ammaliati dalla sua storia millenaria. È anche ricca di attrazioni imperdibili ad una distanza relativamente breve, se percorsa in aereo. Già. Città come Barcellona, Parigi e Dubrovnik, tra molte altre, sono diventate così celebri da essere ormai di default inseriti nella “bucket list” di moltissimi viaggiatori. Queste città sono così attrattive per un motivo – vale decisamente la pena visitarle una volta nella vita. Ma forse alcune non nel 2023.
La prima città a cui pensiamo quando parliamo di turismo di massa è certamente Venezia. Unica nel suo genere, Venezia arriva a ricevere 80000 turisti al giorno. Ma è proprio la sua particolarità a renderla vulnerabile: essendo una città sull’acqua, è particolarmente è soggetta ad inondazioni e all’innalzamento del livello del mare. Accanto alle misure, in parte già previste, per mitigare le conseguenze della crisi climatica, sono necessari interventi per gestire l’insostenibile afflusso di visitatori. E così, a partire dall’estate 2023 verrà introdotta, dopo numerosi dibattiti, una “tassa di sbarco” , con dei veri e propri tornelli per accedere alla città. In questo modo si spera di limitare il numero di turisti giornalieri che potranno accedere alla città e evitare di consumarla.
Un’altra località che soffre il vasto numero di visitatori è la Costiera Amalfitana. Ogni estate, sui lunghi e stretti tornanti a strapiombo sul mare si riversano una moltitudine di macchine, determinando congestioni infernali. Durante l’alta stagione del 2022, le folle di turisti in queste pittoresche città costiere hanno vissuto un’esperienza caotica e affollata. Durante i weekend estivi, i residenti sono chiusi in casa, impossibilitati ad uscire per il traffico. Per scongiurare incidenti, dovuti anche alle fragili caratteristiche geologiche, è stato introdotto un sistema a targhe alterne. Iniziativa fortemente criticata e ormai abbandonata era stata quella di istituire spiagge per i residenti.
Altrettanto affollata è la Cornovaglia, dove le infrastrutture non sono sufficienti per supportare il vasto numero di visitatori, rendendo la vita dei residenti impossibile. In queste località non mancano anche i problemi abitativi: è quasi impossibile affittare una casa a lungo termine, a causa del diffondersi degli affitti a breve termine durante le vacanze.
E come non dimenticare la crisi dell’aeroporto di Schipol, Amsterdam, dove nel corso del 2022 moltissimi voli sono stati cancellati anche a pochi minuti dall’imbarco, per carenza di personale e per il sovraccarico di turisti in partenza e arrivo. Si stima infatti che i turisti che visitano ogni anno la città di Amsterdam siano equivalenti all’intera popolazione olandese.
Spostandoci verso il sud est asiatico, uno dei paesi più affascinanti è senza dubbio la Tailandia. Questo paese sta accogliendo, soprattutto negli ultimi anni, un elevato numero di turisti, attratti dalle sue spiagge tropicali, dalla natura lussureggiante, dalla cucina e dalla cultura. Si sono quindi resi necessari degli interventi, prima che questo ricco patrimonio, minacciato ripetutamente da tsunami e alluvioni, si deteriori ulteriormente. Così, sono state introdotte tasse di accesso e limitazioni al numero di turisti nelle aree più a rischio, divieto di nuoto e deviazioni alle rotte delle barche, nonché la chiusura di tutti i parchi naturali per almeno un mese all’anno.
Destinazioni in carenza di acqua
Si stima che i paesi con il più elevato stress idrico nei prossimi anni saranno anche quelli con una crescita significativa del turismo. E questo aggraverà la crisi idrica.
La peggiore siccità dell’emisfero settentrionale del 2022 ha raggiunto alcune aree dell’Europa, degli Stati Uniti occidentali e della Cina, prosciugando i fiumi, causando incendi, danneggiando le economie delle fattorie e minacciando le specie acquatiche e i mezzi di sostentamento di migliaia di persone. Sulla base degli scarsi livelli di neve di questo inverno, la situazione non può che peggiorare. Particolarmente colpite sono state le regioni fluviali del Reno e del Danubio, meta di crociere fluviali ma anche mezzi di trasporto di merci. Allo stesso modo, Spagna, Grecia e Italia hanno dovuto razionare le risorse idriche già al limite, per tener conto anche dell’aumento della popolazione dovuto al turismo dei mesi estivi. La situazione è già grave per molte isole, dove l’approvvigionamento idrico è già critico. È il caso di Bali, delle isole Caraibiche e Hawaiane. In particolare, a Maui, i residenti sono sottoposti a pesanti restrizioni all’uso dell’acqua. Ciò non avviene però per i resort turistici, molti dei quali vantano piscine, ampi prati e campi da golf. Questa disuguaglianza alimenta forti risentimenti tra la popolazione locale, che ha chiesto ai turisti di non visitare l’isola, per rispetto nei loro confronti.
Non è di certo migliore la situazione negli Stati Uniti, dove Arizona e Nevada stanno già vivendo a partire da gennaio il razionamento dell’acqua. La mancanza di acqua determina anche un impatto sull’energia idroelettrica, da cui California, Arizona e Nevada dipendono.
Tutte queste regioni, che già lottano per bilanciare la richiesta di acqua degli abitanti e dell’agricoltura, si ritrovano a dover dissetare milioni di turisti durante i mesi estivi. La richiesta di acqua delle strutture ricettive è da quattro a sette volte maggiore rispetto alla media dei residenti. Così, i turisti rischiano di consumare le risorse locali.
Cosa possono fare i viaggiatori?
Il turismo è il principale motore economico nella maggior parte delle isole e dei paesi in via di sviluppo. Scoraggiarlo non è certo l’ambizione delle amministrazioni dei luoghi che abbiamo menzionato. Ma il desiderio è che i viaggiatori siano consapevoli delle destinazioni più a rischio, e agiscano in modo responsabile. Non possiamo negare che in vacanza vorremmo staccare da tutto, e potremmo adottare comportamenti più indulgenti quando si tratta di preservare l’ambiente.
Per questo motivo, non possiamo che suggerire di privilegiare enti e tour operator che diano la priorità al turismo responsabile e lento. Sempre più hotel stanno facendo sforzi per gestire al meglio le risorse idriche a disposizione, evitare gli sprechi e dotarsi di certificazioni ambientali. Non mancano anche le iniziative che cercano di supportare la popolazione locale, come i clean up di spiagge o prati, o il volontariato.
L’ideale sarebbe che i visitatori si indirizzassero verso destinazioni meno conosciute, viaggiando nei periodi meno affollati per alleviare la pressione sui luoghi. I viaggi fuori stagione, a metà settimana o in spalla sono certamente una vittoria per la Terra (e il portafoglio), sebbene non siano una possibilità per molti.
Con la situazione che stiamo vivendo, è impossibile non valutare i compromessi di un viaggio che capita una volta nella vita, rispetto agli impatti ambientali.
Ci sono comunque moltissimi modi di essere viaggiatori responsabili: la no list non è intesa come un boicottaggio, ma un invito a riflettere sulle scelte che facciamo.
Se quest’anno avete già prenotato un viaggio in una di queste mete, non sentitevi certo in colpa, ma provate a domandarvi in che modo potete rendere il vostro soggiorno meno impattante possibile. Se magari avete la possibilità di variare leggermente il vostro itinerario, potreste riuscire a scoprire dei tesori nascosti che potrebbero rendere la vostra vacanza unica.
Qualche consiglio utile sicuramente nella nostra sezione Extra Viaggi!
10 thoughts on “Vacanze 2023: le migliori destinazioni… da evitare”
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