Andare ad un concerto è sempre un’esperienza intensa, gioiosa, emozionante.

O almeno così dovrebbe essere. C’è però una categoria di persone che prima di provare l’agognata gioia di poter cantare a squarciagola le canzoni del cantante preferito, deve affrontare una serie di prove che al confronto “Hunger Games” sembra una passeggiata tranquilla.

Di chi sto parlando? Ma ovviamente delle persone con disabilità.

Ebbene sì, se si ha una disabilità accedere ad un evento pubblico, uno spettacolo o un concerto non è scontato né tanto meno facile.

Iniziamo dal primo passo, o livello base fondamentale: trovare il nome e i riferimenti dell’organizzatore del concerto.

Sì perché per le persone disabili non si possono acquistare i biglietti ridotti o gratuiti nei canali ufficiali come Ticket One o simili, ma bisogna armarsi di santa pazienza e volontà e trovare le modalità attraverso cui inviare i documenti che attestino la disabilità, il grado di gravità e le specifiche esigenze con cui si intende partecipare; solitamente si inviano tutte queste informazioni via email, scansionando i documenti, oppure per i più fortunati anche via fax  (sì esiste ancora l’invio per fax, anche se siamo più nel nuovo millennio da un pezzo ormai e facciamo tutto con gli Smartphone, pure il riconoscimento facciale, ma no i documenti per i concerti si devono inviare così).

Se siete riusciti a trovare l’indirizzo email giusto a cui inviare il malloppo, potete passare al livello intermedio, il secondo step, che è quello dell’attesa.

Attendere quanto? Attendere chi?

Non è dato sapere, ogni organizzatore di concerti ha le sue tempistiche e le sue risposte.

Per i più fortunati: sappiate che riceverete una email in cui vi si comunica che i posti ci sono, che voi e i vostri accompagnatori siete stati messi nella lista e che potrete ritirare il biglietto pagando anticipatamente o in loco, il giorno del concerto.

Per i meno fortunati: vi verrà risposto che i posti sono esauriti, ma verrete messi in lista nel caso qualcuno disdica, insomma una sorta di coda incerta in cui non si sa se poi effettivamente il posto per vedere il concerto lo avrete o meno.

Questo perché forse non tutti lo sanno, ma chi ci è già passato direttamente o indirettamente sì, ma i posti per utenti disabili sono di norma pochissimi e sono in percentuale in base ai posti totali disponibili nel palazzetto, Arena o forum.

Mio marito ed io al concerto di Peter Gabriel il 21/05/2023 ad Assago (Milano)

“La soglia percentuale dei posti riservati ai disabili per gli spettacoli, attualmente è fissata allo 0,5 per cento dei posti totali, ad oggi non esiste alcuna norma che preveda l’accesso gratuito dei disabili agli spettacoli. Le agevolazioni o le esenzioni dal pagamento dei biglietti di ingresso a parchi, cinema, teatri, concerti o eventi sportivi non sono previste per legge e quindi l’unica «regolamentazione» è fissata dal gestore. Conseguentemente la disabilità dà diritto alla presenza di uno spazio accessibile ma non ancora all’accesso gratuito.”

(Fonte: http://leg15.camera.it/_dati/leg15/lavori/stampati/html/relazioni\15PDL0030630.html)

Per dirla più semplicemente: sono circa una quarantina i posti per disabili in un luogo come quello del Forum di Assago, quindi, capite bene che non ci sarà mai posto per tutti.

Ed è molto discriminante anche il fatto che si venga inseriti in lista, spesso, in ordine di priorità di assegnazione in base alla percentuale più alta di invalidità su verbale.

C’è un’ultima categoria, quella che potremmo chiamare dei “dimenticati”, in cui ci va la sottoscritta, vista la mia recente esperienza con il concerto di Peter Gabriel del 21/05/2023 ad Assago, Milano.

I dimenticati sono tutte quelle persone disabili che mandano email con i documenti, con mesi di anticipo, rispettando diligentemente orario e giorno di apertura iscrizioni per ottenere i biglietti, e che nonostante questo non ottengono risposta, oppure ne ottengono una molto tardiva.

In questo livello di difficoltà bonus, la scelta non è semplice: aspettare, prendendosi però il rischio di non poter più andare al concerto perché magari non c’è più posto, oppure se si ha la possibilità fisica ed economica comprare i biglietti a prezzi interi, sulle tribune?

Inutile dirvi che io ho dovuto scegliere la seconda strada e, un paio di mesi prima della data del concerto di Peter Gabriel del 21 maggio, ho acquistato 2 biglietti a prezzo intero sulle tribune. Non avendo ricevuto risposta né riscontro da novembre 2022 e, ovviamente dando per scontato, non ci fossero più posti gratuiti disponibili per disabili, come sempre più spesso accade a questi eventi.

Chi invece ha conferma di posto in area disabili e di sconto o gratuità sappia che l’aspetta, spesso l’ultimo livello, il terzo, il più confuso e deludente di tutti.

L’area disabili, spesso, è quella messa peggio, una sorta di area 51 che non si sa mai com’è e dove è ubicata, finché non ti ci accompagnano, molte volte pietosa sia come acustica che come visibilità (parlo sempre di Assago, perché conosco bene il Forum di Milano). Di solito si tratta di una pedana rialzata dove vengono posizionate le persone disabili una accanto all’altra.

Di recente, anche grazie all’attività di una ragazza che denuncia i soprusi ai concerti ai danni delle persone disabili, sulla sua pagina Facebook “sottoilpalcoancheio”, ho scoperto che, in alcuni eventi e concerti, fanno addirittura spostare l’accompagnatore del disabile in un’altra area distinta, ma adiacente all’area disabili, questo, a loro dire, per poter far stare più persone disabili nello stesso posto.

La scusa è sempre la sicurezza, ma capite bene che qui è solo discriminazione e miopia sociale e culturale. Poi ci si domanda perché persone disabili, come me, comprano i biglietti per i posti “normali”, quando dovrebbero essere accessibili a tutti, tali posti.

Le persone disabili che siano paganti o meno, hanno diritto a poter scegliere a chi stare vicino durante un concerto e soprattutto dovrebbero avere accesso a posti migliori per visibilità e acustica, non stare sempre relegati in fondo, dietro a tutti, con la scusa della sedia a rotelle o della sicurezza.

Io ho potuto scegliere, perché non ho una difficoltà fisica tale da non poter stare sulle sedie in tribuna, ma comunque sia l’organizzatore del concerto di Peter Gabriel si è degnato di rispondere alla mia richiesta informazioni, solo ad aprile 2023, un mese prima del concerto. Io attendevo da novembre risposta, a quel punto avevo già acquistato i biglietti e scelto posti, ma mi metto nei panni di chi, con una disabilità differente dalla mia, non può scegliere, che dopo tutte queste trafile viene anche umiliato, danneggiato o messo in difficoltà, impossibilitato a godersi un concerto per semplice ignoranza e mancanza di norme regolamentate.  

La ricompensa, se avete passato tutti i livelli, come in SuperMario, è la stellina, il super potere della normalità, è il potersi godere come tutti il concerto stesso, e credetemi nel mio caso e per Peter Gabriel ne è valsa davvero la pena, anche se non dovrebbe essere così complicato, per chi ha una disabilità, perché La musica unisce tutti, è di tutti e deve essere fruibile per tutti.

Facebooklinkedininstagram