Il 7 ottobre di quest’anno, la redazione di ExtraWonders è stata invitata a Freebility, un evento di beneficienza organizzato da Elena Travaini (la nostra Extra Ordinaria di cui potete leggere l’intervista qui) e il team di Un_Tagged, un collettivo nato per sostenere progetti di inclusione sociale e solidarietà.
Da Bologna a Milano andata e ritorno
Siamo partite da Bologna al mattino per raggiungere Milano e Freebility in tempo per l’inizio dell’evento. I Chiostri di San Barnaba in Porta Romana si mostrano in tutto il loro splendore: storia, cultura e architettura al servizio della solidarietà. Qui potrete leggere la storia di questa incantevole struttura.
Ad accoglierci, Elena Travaini e il team di Un_Tagged che ci introducono le tre mostre fotografiche presenti all’evento: “Donne fuori dall’ombra” di Cristian Palmieri, “Donne invincibili” di Davide Mellone e infine gli scatti di Alessio Mingiardi.
Il programma
I primi workshop della giornata sono condotti da Elena Salem e Giorgia Cicatello.
Il workshop di Elena Salem, giornalista, scrittrice e coach, ci parla della potenza della scrittura e della sua capacità introspettiva per far riemergere ricordi, pensieri e immagini. La scrittura quindi come strumento per esprimere sé stessi e come spazio interiore di benessere e di cura.
La scrittura può aiutarci a chiarire alcuni aspetti, a mettere in ordine i pensieri e, attraverso l’utilizzo di un alter ego narrativo, anche dare voce ad emozioni, pensieri e sentimenti.
Una visione della scrittura come mezzo per cambiarci e migliorare e, da noi, cambiare un pezzettino di mondo.
Elena Salem ha lasciato in tutte le persone presenti il desiderio forte di raccontare e raccontarsi.
Nel secondo workshop della mattina, si parla di moda con Giorgia Cicatello, giovane designer e stylist.
Una moda etica e sostenibile in grado di valorizzare la persona, rispettandone l’unicità e la personalità.
Giorgia, con la sua sensibilità e visione cosmopolita, ci parla dell’importanza della moda come mezzo di comunicazione attraverso le scelte che facciamo di indossare o non indossare determinati indumenti, brand, colori e materiali.
Una moda nuova, impegnata a migliorare gli standard lavorativi e i cicli di produzione in maniera tale da risultare più vera, trasparente e educativa.
Giorgia ci ha mostrato il suo lavoro da consulente, invitando una persona in sala ad esprimere i suoi desideri e bisogni.
La sala era in religioso silenzio, in attesa di comprendere l’interpretazione di Giorgia e le fasi della creazione di una moodboard personalizzata per chi richiede l’aiuto di Giorgia.
I talk
I talk del pomeriggio corrono veloci uno dietro l’altro, ecco una breve presentazione di ognuno di loro in un caleidoscopico mosaico, ricco di sfumature.
Luana Cotena, creatrice di Alare, un progetto nato per esaltare l’unicità del corpo e dell’anima attraverso degli “abiti messaggio- manifesto” che rispettano e rispecchiano la persona.
“Il corpo non è un limite” dice Luana “ma il mezzo per superare i nostri confini ed estenderli, attraverso un viaggio straordinario.”
Caterina Tornani, psicoterapeuta e inventrice della Gelatotherapy, ci racconta della sua intuizione di valorizzare il gelato come un cibo/terapia per il corpo e per l’anima.
Il fluire dei gusti rappresenta un percorso di vita: chi preferisce i gusti più decisi e chi più delicati, chi ama la bontà della frutta fresca e chi si lascia deliziare dalle creme, chi se lo concede ogni tanto e chi spesso.
Il gelato è inclusivo e rappresenta un momento di aggregazione e di condivisione, un dolcissimo momento di benessere.
Farida Kant, effervescente drag queen e performer, ci racconta il suo percorso e le difficoltà incontrate lungo il cammino per esprimere la propria arte, sempre alla ricerca di coerenza e verità.
Nelle parole di Frida, ci si accorge come ogni persona esprima la propria diversità e unicità e come questa rappresenti la propria normalità. Tutte noi siamo creature favolose!
Davide Mellone, fotografo, ci offre uno sguardo attento e rispettoso sulle donne colte in uno dei momenti più importanti della loro esistenza: quello nel quale custodiscono una vita, mostrando una luce invincibile e potente pur con le loro fragilità, insicurezze e inadeguatezze percepite, non reali.
Si gioca con i contrasti invincibile/fragile, forte/debole, moltitudine/solitudine e si ritorna alla domanda iniziale “Donne invincibili o Donne invincibili?”.
Marco Zambotti, psichiatra, ci invita a sviluppare la nostra sensibilità e la nostra attenzione verso le persone.
Quando le incontriamo, ci parliamo, le osserviamo domandiamoci “Che cosa porta questa persona dentro?” e cerchiamo di essere gentili ed empatici, in primis verso noi stessi.
Cristian Palmieri, fotografo, ci illustra il suo progetto “Donne fuori dall’ombra” dedicato alla scoperta della donna attraverso la macchina fotografica.
La donna è protagonista della sua vita e di queste foto, potenti e sincere, in cui si mostra finalmente libera di esprimersi e di raccontarsi. Di raccontare il suo cuore, la sua pancia e la sua testa ma non come elementi distaccati bensì come entità unita e unica.
I workshop del pomeriggio
Con i workshop Public Speaking e Storytelling di Fabula Deck e Fotografia per cellulare con Davide Mellone abbiamo esplorato due punti di vista molto interessanti: raccontare attraverso le parole e raccontare attraverso le immagini, unendo competenze e intrattenimento grazie ai due professionisti.
Andrea Binasco con Fabula Deck, ci spiega come sviluppare la creatività, alla quale non basta l’intuizione, pur se importante, ma ha bisogno del sostegno di un metodo, in grado di svilupparla e organizzarla.
Ecco perché ha creato Fabula Deck, uno strumento per organizzare le proprie idee e costruire storie interessanti in maniera semplice.
La sfilata
Il Salone degli Affreschi è stato il palcoscenico di uno show-dance a tema: “il Lago dei Cigni” di Čajkovskij, egregiamente interpretato da Carol Alberio e Luigi Ferrari, Finalisti al Campionato del Mondo Pro-Am di Classic Show-Dance. Una rappresentazione definita un emblema della danza perché riproduce l’animo umano e l’eterna lotta del bene sul male. Il Cigno Bianco, pur nella sua estrema fragilità, riesce a sedurre e sconfiggere il Cigno Nero.
La sfilata è stata presentata da Elena Travaini, affiancata dalla drag queen Farida Kant.
Una sfilata emozionante alla quale hanno preso parte sette brand a risonanza: Alare di Luana Cotena, Giorgia Cicatello, Coco Calderoni, Stylerose Creations di Rosanna Stega, Omamma-Organic Wear di Stefano Panella, SK&MS Design di Souleymane Keita e Maria Santovito in collaborazione con Massimo Cairati e L’ora del Tè Gioielli di Monica Galasso.
A calcare la passerella sul tappeto rosso, ragazze e ragazzi segnati da storie toccanti, modelli per un giorno il cui sogno è divenuto realtà e i preconcetti sulla diversità sono svaniti: l’emozione della sfilata, la sfida di sé stessi sotto i riflettori. Un’opportunità per vincere la paura, rafforzando l’autostima.
Tra le modelle che hanno sfilato era presente anche Giorgia Greco, giovane atleta che all’età di 7 anni è stata colpita da un osteosarcoma che le ha causato la disarticolazione dell’arto inferiore destro, ma che non le ha impedito di continuare a vivere il suo sogno da ginnasta e a partecipare alla finale di Italia’s Got Talent 2021.
Inoltre, la sfilata è stata intervallata da vari interventi, tra cui il monologo contro la violenza sulle donne interpretato da Alessandra Balocchi.
Cosa resta con noi
Di tutte le cose che portiamo in redazione al rientro da Freebility, la più forte è la sensazione che l’inclusione debba essere obbligatoriamente intersezionale, trasversale e attraversare tutte le possibilità: il colore della pelle, le abilità, il genere, la forma del corpo, il colore dell’ombretto.
Non giudicare è impossibile: noi esseri umani valutiamo qualsiasi situazione o persona attraverso il giudizio. Ma come diceva lo psichiatra Marco Zambotti: “Il giudizio è una valutazione che la mente umana è obbligata a fare per prendere le sue decisioni. Quello che possiamo fare è educarla ad essere gentile, empatica e a guardare il dolore dell’altro di fronte a noi”.
E allora ci portiamo a casa questo meraviglioso esercizio.
Legittimiamo la nostra mente al giudizio ma non abbandoniamola al pregiudizio.
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